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Italia Oggi

Vino, l’Ue frena sulla difesa dei prodotti made in Italy. La Corte di giustizia ha respinto il ricorso italiano sull’utilizzo della etichette ... L’Ue frena sulla difesa del vino made in Italy. La Corte di giustizia europea ha respinto, con la sentenza del 3/3/2005, il ricorso promosso dall’Italia contro la liberalizzazione dell’utilizzo a livello internazionale di alcune menzioni tradizionali dei vini. In particolare, il governo italiano ha impugnato il regolamento (Ce) n. 316/2004 della Commissione, del 20/2/2004, recante modifica del regolamento (Ce) n. 753/2002. Tale provvedimento fissa le modalità di applicazione del regolamento (Ce) n. 1493/1999 del Consiglio per quanto riguarda la designazione, la denominazione, la presentazione e la protezione di alcuni prodotti vitivinicoli.

Il provvedimento impugnato, infatti, concede l’utilizzo delle denominazioni storiche e tradizionali italiane ai vini prodotti all’estero, anche se privi di un legame con il territorio, cui la menzione fa riferimento. Il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, ha definito “grave e negativa la decisione di respingere il ricorso del governo italiano”. In proposito, il ministro dell’agricoltura ha aggiunto che nel regolamento impugnato, l’Italia “ravvisa un grave vulnus nella competitività europea nel settore vitivinicolo. E’ soprattutto una misura contraddittoria rispetto alla strategia della qualità dei prodotti agroalimentari più volte ribadita dagli organismi europei. Pertanto, ha concluso Alemanno, “la Commissione europea deve decidere se la qualità e la multifunzionalità sono dei beni da difendere di fronte alle dinamiche dei mercati globali e se si vuole tutelare il diritto dei consumatori di scegliere senza il condizionamento della concorrenza sleale, delle truffe e dell’agropirateria”. Negative anche le reazioni di Confagricoltura, secondo la quale la decisione della corte di giustizia danneggia ulteriormente il nostro patrimonio vitivinicolo. “Questa sentenza”, ha aggiunto Confagricoltura, “conferma la politica di riduzione della tutela dei nostri prodotti di qualità che la Comunità sta portando avanti”.

Secondo la Coldiretti, la bocciatura del ricorso contro l’utilizzo improprio di alcune menzioni tradizionali di vini (dal Brunello all’Amarone, dal Morellino al Vinsanto, dal Recioto al Gutturnio) non significa via libera per i paesi extracomunitari. Che, infatti, qualora volessero porre sull’etichetta dei propri vini una menzione tradizionale, dovranno rispettare comunque dei vincoli: dimostrare che quella menzione è stata utilizzata dal paese interessato da almeno dieci anni e che goda di una solida fama all’interno del paese che ne fa domanda. Inoltre si possono autorizzare solo le menzioni tradizionali nella lingua ufficiale del paese extracomunitario in questione. L’uso di menzioni tradizionali in una lingua diversa da quella ufficiale, ha precisato la Condiretti, è ammesso soltanto se l’utilizzazione di tale lingua è prevista dalla legislazione del paese. La decisione dei giudizi europei, ha concludo la Condiretti, deve significare un impegno ancora più incisivo a difesa del vero made in Italy.

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