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Italia Oggi

Enoturismo a rischio. 2005 ok, ma il flop è dietro l’angolo. Il business vale 4 miliardi di euro. L’Italia è ai primi posti nel mondo … Da 2,5 a 4 miliardi di euro: è questo il valore economico dell’enoturismo, calcolato dal Censis Servizi nel suo V Rapporto sul turismo del vino, per conto dell’associazione nazionale Città del Vino, e presentato ieri a Roma. Un vero e proprio fenomeno che vede l’Italia ai primissimi posti nel mondo per capacità di attrattiva, ma poche certezze nel futuro.

Nel rapporto, infatti, sono stati evidenziati alcuni fattori di rischio per la crescita del comparto, comunque in contro tendenza rispetto ad altri settori turistici italiani. Nel check-up congiunturale del Censis, che quest’anno si è avvalso anche di un sondaggio Delphi relativo al profilo dell’enoturista, emerge un sostanziale consolidamento dei volumi ricettivi, stimabile intorno ai 4,5 milioni di turisti, della capacità di spesa degli ospiti, valutata intorno ai 167 euro al giorno e della competenza del territorio, vale a dire le effettiva vocazione enoturistica delle singole destinazioni italiane.

Nella disamina relativa alla provenienza dei frequentatori delle mete enoturistiche la ricerca sottolinea la forte diminuzione dei turisti tedeschi e in contrapposizione la crescita dei flussi dal Nordeuropea e al ritorno dei frequentatori americani.

Nell’analizzare, poi, la spesa media dell’enoturista, i ricercatori del Censis servizi annotano come il budget sia cresciuto più dell’inflazione e per ogni euro di acquisti in cantina, si hanno circa 5 euro di spesa sul territorio per acquisti turistici o altri servizi.

Un indotto, dunque, di tutto rilievo per questo mercato di nicchia. Per quanto concerne poi i brand trainati dall’enoturismo italiano, la ricerca evidenzia come “Cantine Aperte” e “Calici di Stelle” registrano ampi consensi. Fin qui le buone notizie, perché ci sono le dolenti note relative ai fattori rischio di un flop che incombe su questo promettente segmento di mercato, cosi sintetizzate dal presidente di Censis Servizi, Fabio Taiti: “C’è la richiesta di innovare l’offerta enoturistici che in alcuni mercati esteri, come quello tedesco, si fa pressante. Anche se si tratta di una esigenza palese che si riscontra di più nella fascia dei prodotti complementari che in quella del vino”.

Il potenziale di sviluppo ancora esprimibile dal turismo del vino, sia riguardo al volume di turisti sia a quello della spesa, è stimato all’80%, ma fino a oggi mancano risorse e politiche adeguate. Da qui l’attenzione dei ricercatori Censis Servizi alle potenzialità del comparto, quasi ad ammonire amministrazioni locali e imprese private, su ciò che si potrebbe perdere se non intervenisse con una politica e con incentivi al turismo del vino. Da qui ai prossimi 5 anni infatti, l’enoturismo potrebbe raddoppiare gli indicatori legati alla ricettività, passando a circa 8 milioni di frequentatori, e si potrebbero moltiplicare i distretti dell’enoturismo, dagli attuali 15, quasi tutti concentrati nel Centro-Nord, ad almeno 40 destinazioni meglio distribuite sul territorio nazionale.

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