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Italia Oggi

Made in Italy d'eccellenza tra innovazione e tradizione. Convegno di Symbola. La soft economy lancia la sfida alla globalizzazione ... La sfida è rilanciata: contrapporre a una globalizzazione dei prodotti, asettica e senza identità definita, un'economia dell'eccellenza, che sappia partire dal territorio per espandersi nel mondo con il valore e la forza della sua tradizione, della sua cultura, della sua storia. È la sfida di cui da tre anni si fa carico Symbola, la fondazione per le qualità italiane, presieduta da Ermete Realacci, che punta allo sviluppo di una soft economy, centrata sull'alleanza tra territori e imprese, tra innovazione e tradizione, tra ricerca e coesione sociale. È una serie di elementi che solo in apparenza possono sembrare antitetici tra loro e poco coesi. La sfida di Symbola è però già stata fatta propria da molti territori in Italia, da associazioni di categoria e di tutela di singoli prodotti, da amministrazioni locali, da imprenditori, che operano nei più svariati campi, dall'agroalimentare al tessile, dal chimico al meccanico; là dove si è lavorato con caparbietà alla realizzazione di un progetto condiviso, i risultati sono arrivati.

Di tutto questo si è parlato in un convegno di due giorni svoltosi tra Bevagna e Montefalco, in Umbria. Così, se per Marco Caprai, «scopritore» del Sagrantino, ospite del convegfno e convinto assertore del progetto Symbola, la «sfida» è stata quella di costruire «reti cognitive», intorno a un sistema incentrato sul Sagrantino di Montefalco, per Domenico Siniscalco, già ministro dell'economia, «occorre puntare su professionalità, qualità e politiche economiche» che le supportino, mentre per Alessandro Profumo, a.d. di Unicredito e presidente del forum di Symbola, bisogna «conciliare passione e regole» e bisogna avere «la capacità di gestire la diversità».

C'è però un fortissimo elemento per fare emergere, nel loro complesso, le eccellenze, per dare loro una visibilità non solo locale, ma nazionale e internazionale: quello di una manifestazione fieristica, che faccia da vetrina della soft economy d'eccellenza per i mercati esteri e che serva da volano per lo sviluppo economico, turistico e sociale dei territori interessati. Di questo si faranno portabandiera ExpoCts, Symbola e Fiera Milano. L'anno prossimo, dal 22 al 25 marzo, l'appuntamento sarà infatti a Milano, dove avrà luogo la Campionaria delle qualità italiane. Come la vecchia fiera campionaria era una grande vetrina del made in Italy negli anni del boom, così la nuova metterà sotto i riflettori le eccellenze dell'Italia del XXI secolo, dalla tecnologia all'artigianato, dal turismo all'enogastronomia, dalla cultura, alla moda, al tessile.

Per dirla con il ministro dei beni culturali, Francesco Rutelli, che ha chiuso i lavori del convegno, a Montefalco, occorre un modello nuovo di coordinamento, un «buon governo» centrale, che sappia cogliere, interpretare e dare respiro a tante eccellenze. Una sfida molto difficile, ma non impossibile. Soprattutto se alle tante belle parole da convegno sapranno affiancarsi atti concreti di concertazione, compatibili con l'attuale crisi dei conti pubblici.

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