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Italia Oggi

Cambiano i controlli sul vino di qualità. Il decreto firmato ieri da De Castro da all’Icrf il compito di vigilare sulla produzione dei Vqprd. Prime stime sulla vendemmia ... Cambia la vigilanza sul controllo della produzione dei vini di qualità.
Ieri, infatti, il ministro delle politiche agricole e forestali, Paolo De Castro, ha firmato il decreto che modifica il regime della vigilanza sul controllo della produzione dei Vqprd (Vini di qualità prodotti in regioni determinate), rendendolo più vicino a quello delle produzioni Dop e Igp. “alla base di tale provvedimento”, rende noto il ministero con un comunicato, “si pone la volontà di orientare anche il sistema vino a denominazione verso il modello già esistente per le Dop e Igp, e basato sul sistema del controllo a opera di organismi terzi, e sulla vigilanza quale competenza dell’autorità pubblica.
In questo senso è obiettivo del ministro attuare nei tempi più rapidi possibili il necessario adeguamento della legge n.164/92”. Queste modifiche riguarderanno vini di qualità prodotti in regioni determinate, ma la tempistica dell’operatività è ancora da definire (dovrà essere stabilita in modo da consentire i necessari adeguamenti da parte dei consorzi e dei soggetti terzi responsabili dei controlli”.
“Il decreto”, precisa ancora la nota ministeriale, “individua quale autorità preposta alla vigilanza sui consorzi di tutela incaricati al controllo l’Ispettorato centrale repressione frodi e, confermando gli incarichi per i programmi sperimentali di controllai 28 consorzi di tutela già autorizzati, riapre i termini per la presentazione di domande da parte di altri consorzi”. Una riapertura che rende possibile la sperimentazione di particolari interventi, finalizzati al controllo della qualità, anche con l’adozione di fascette e ologrammi anticontraffazioni, oggi particolarmente sentiti in talune denominazioni e realtà regionali”. “il provvedimento varato”, conclude la nota Mipaf, “permette di dare immediatamente risposta alle esigenze di tutela e trasparenza di una delle più importanti filiere del made in Italy di qualità, grazie al nuovo ruolo svolto da parte dell’Ispettorato centrale repressione frodi”.
Sempre a proposito di vino, sono giunte ieri le prime stime sulla vendemmia 2006. A diffonderle è stata la Confederazione italiana agricoltori, che prevede un decremento produttivo variabile tra il 5 e il 15%, inferiore alla media rispetto a una produzione comunque di buona qualità. Tra le principali motivazioni del calo quantitativo si distingue il particolarmente bizzarro andamento del clima, contraddistinto da caldi anticipati tra fine inverno e inizio primavera, cioè durante la fioritura-allegagione dei grappoli, e ancora da caldo torrido e siccitoso nella prima metà dell’estate, in cui i chicchi d’uva cominciano a maturare. Questi fenomeni fanno attendere, secondo la Cia, una vendemmia 2006 che, in valore assoluto, si presenterà quantitativamente più simile a quella del 2003 che non agli ultimi due anni.
Autore: Valerio Stroppa

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