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Italia Oggi

Il grappolo cresce all’insù. E la produzione migliora. L’idea di un giovane viticoltore di Cattolica, che brevetterà la sua tecnica ... Nella storia della coltivazione della vigna molte sono state le rivoluzioni. Tutte accolte con scetticismo inizialmente, poi silenziosamente diventate d’uso comune. In questo “filare” virtuoso vuole inserirsi anche Franco Ariano, 34enne assicuratore e viticoltore di Cattolica, che ha focalizzato la sua attenzione solo sul grappolo.
“La vite è come un uomo, la linfa che vi scorre è come il nostro sangue, e viene spinta dall’alto al basso. Ecco perché credo che anche il grappolo debba essere eretto, e non lasciato a penzoloni come avvenuto finora, strozzando i flussi della pianta”, spiega Ariano. L’idea è piaciuta. Innanzitutto all’agronomo Ruggiero Mazzilli, ma anche ai frequentatori del forum del Gambero Rosso, e i suggerimenti continuano a fioccare.
Ma come funziona? Ariano ha sperimentato la nuova metodologia in un vigneto di un amico vicino a San Patrignano, rendendo “erectus” un filare. “Ogni singolo grappolo viene puntato verso l’alto attraverso spirali, o speciali ganci anche telescopici per cui ho già chiesto il brevetto a San Marino e in Italia”, spiega.
Quali sono i vantaggi? “Sicuramente l’uva sta meglio, se aumenti la produzione per ora non lo so. Aspetto infatti i risultati degli esami svolti da Attilio Scienza dell’università di Milano. C’è qualche altro risultato concreto, ma preferisco aspettare a comunicarlo”. Ci sono controindicazioni? “Le spese aggiuntive sono minime, il tempo necessario per rendere eretti i grappoli è poco. Non so ancora se cambieranno altre fasi del ciclo annuale delle operazioni necessarie a mantenere al meglio le viti”. L’entusiasmo di Ariano deriva anche dalla sicurezza che nessuno ci avesse pensato prima.
“Ho guardato tutti i principali siti di specialisti in giro per il mondo, ne sono certo”. La faccia tosta è tanta, proprio come quella di Valentino Rossi, che è nato a soli sei chilometri da Saludecio dove Ariano ha la sua vigna. Su un terreno di 6 mila metri quadrati, di cui 730 da un anno accolgono vitigni di Montepulciano, Sangiovese, Merlot e Aglianico. “Qui nascerà il vino Erectus”, racconta fissando il suo primo vigneto. Ci vorrà però ancora parecchio tempo. Innanzitutto almeno tre anni perché l’uva sia pronta per diventare vino.
“Potrebbero anche bastare due anni, se la tecnica del grappolo eretto, come sembra, darà risultati anche su questo fronte”. Poi altri due anni di invecchiamento, ma anche in questo caso Ariano fa l’artista: “Il mio vino, infatti, non fermenterà nelle botti, ma in speciali anfore come fanno in Caucaso”. Quindi al più presto, nel 2010, arriveranno le prime 200 bottiglie dell’Erectus.
“Sono già tutte prenotate”, conclude Ariano, che a giorni brevetterà a livello mondiale la sua idea: “Perché i vantaggi sono moltissimi. L’ultimo me l’hanno suggerito l’altra sera. Il grappolo erectus fa scivolare via molto meglio l’acqua che si deposita spesso dentro il grappolo, un fenomeno che fa proliferare batteri nocivi all’uva”. (arretrato di Italia Oggi del 2 settembre 2006)
Autore: Jan Pellisier

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