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Italia Oggi

Il parente che lavora costa carissimo ... In Toscana multe a chi utilizza amici e affini nella vendemmia. Nella regione ispezioni della direzione provinciale del lavoro. Sanzioni fino a 27 mila € a persona... Farsi aiutare da un amico o da un parente lontano nella vendemmia può costare caro. Molto caro. Ne sanno qualcosa una trentina di aziende toscane, dove i blitz delle direzioni provinciali del lavoro hanno portato all’irrogazione di sanzioni molto pesanti, anche di decine di migliaia di euro, per le aziende che utilizzano gratuitamente la cosiddetta “manodopera della porta accanto”.
I fatti. Le ispezioni hanno riguardato una sessantina di aziende agricole di piccola e media grandezza della Toscana. In particolare, stando a quanto rende noto agricoltura.it, i controlli si sono concentrati nelle province di Siena (oltre 18 mila ettari di superficie vitata, il 29,4% della regione), Firenze (18.150 ettari; 28,8%) e Grosseto (7.400 ettari, 11,8%) e circa la metà delle ispezioni hanno avuto come esito l’emanazione delle sanzioni.
Gli organi istituzionali deputati a sorvegliare sulle campagne di raccolta sono le direzioni provinciali del lavoro (Dpl), ossia gli ex ispettorati del lavoro, e l’Inps.
Le infrazioni rilevate non riguardano però, come di consueto accade in agricoltura, il lavoro nero, bensì l’impiego a titolo gratuito di parenti oltre il terzo grado e amici, che magari prestano la propria opera in cambio di qualche damigiana di vino. Le sanzioni amministrative registrate sono state piuttosto pesanti: da multe di 500 euro in caso di mancata consegna del registro di lavoro, fino ad aziende che hanno pagato 27 mila euro a persona per 18 giorni di lavoro, oppure 36 mila euro per tre lavoratori non regolari (nella maggior parte dei casi pensionati o amici).
La legge. Il dlgs 276/2008, che ha attuato le deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro della legge 30/2003 (riforma Biagi), indica all’art. 74 le attività che esulano dal rapporto di lavoro: il provvedimento stabilisce che in agricoltura non integrano rapporto di lavoro (autonomo o subordinato) le prestazioni svolte da parenti e affini sino al terzo grado, in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutua aiuto e obbligazione morale senza corresponsione di compensi. Prestazioni, offerte a titolo gratuito (escluso il diritto al vitto e ai rimborsi spese), che non generano alcun obbligo contributi vo per l’azienda. La legge 248/2006, che ha convertito il dl 223/2006 “Visco-Bersani”, ha fissato poi sanzioni che, ferma restando la normativa in vigore, vanno da 1.500 a 12 mila euro per ogni lavoratore non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo. L’importo delle sanzioni civili connesse all’omesso versamento dei contributi e premi riferiti a ciascun lavoratore non può comunque essere inferiore a 3 mila euro, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata.
I commenti. Nel resto d’Italia non ci sono controlli mirati volti ad accertare appositamente irregolarità nel lavoro occasionale. E quanto risulta a ItaliaOggi dopo un sondaggio tra le regioni della penisola. “Nella vendemmia, come nelle altre attività stagionali di breve durata, c’è una tendenza a non regolarizzare”, afferma Roberto De Santis, responsabile vigilanza della Drl Veneto. “Abbiamo svolto controlli nel trevigiano e nel veronese, ma più che altro indirizzati al lavoro nero. Per altro, stiamo concentrando le nostre forze sull’edilizia”. “Non abbiamo svolte ispezioni mirate”, dice Patrizio De Robertis, direttore della Drl Emilia-Romagna. “La nostra regione è molto vasta e il momento della vendemmia nelle varie province non è univoco. Un resoconto completo sarà disponibile solo a fine ottobre. Però se le varie Dpl, nel compiere la loro ordinaria attività di ispezione, avessero rilevato infrazioni consistenti per quanto riguarda il lavoro familiare, lo avrebbero segnalato”. Anche in Campania situazione analoga. “Un fenomeno che indubbiamente esiste”, commenta Sergio Trinchella, direzione Dpl Napoli. “Soprattutto nelle realtà minori, è frequente che il piccolo proprietario si faccia aiutare da parenti e conoscenti. Di certo la legge prevede delle sanzioni, ma i nostri controlli sono indirizzati a scoprire irregolarità più rilevanti, quale l’impiego di braccianti extracomunitari, spesso irregolari, in nero. Chiaro però che quando si rileva l’infrazione si deve applicare la legge”.

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