02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Dalle banche più credito ai vitivinicoltori ... Un rapporto contrastato, quello tra produttori vitivinicoli e banche. I produttori lamentano la scarsa disponibilità degli istituti di credito a concedere finanziamenti a tassi agevolati o a favorire operazioni di ristrutturazione e rilancio. Le banche sottolineano invece il moltiplicarsi di strumenti ad hoc e gli accordi tra banche e consorzi fidi, dicendosi pronte a fornire ai vigneron italiani prodotti più articolati del semplice mutuo o del finanziamento a tasso agevolato. Ma, si domandano, i produttori sono pronti a fame uso?
In un quadro generale di piccole o piccolissime aziende, quelle maggiori sono portate ad avere rapporti stretti con gli istituti bancari, a provare con più facilità strumenti innovativi. Ma sono poche: solo un’ottantina le aziende che hanno fatturati superiori ai 25 milioni di euro, sulle oltre 400mila che operano sul mercato.
Eppure, secondo la recentissima indagine di Mediobanca, incrementano costantemente il fatturato, cresciuto l’anno scorso del 5,1%, con una redditività operativa in aumento, con un +3,7% degli utili netti nel 2005, valore più elevato dell’ultimo quinquennio. Il roi medio è rimasto stabile nonostante il continuo capitale investito (7,7% nel 2005 contro il 7,6% del 2004), anche se si registrano variazioni tra tipologie aziendali. Le società a controllo italiano hanno registrato un ritorno del 9,7% nel 2005 contro il 9,1 dei 2004, quelle a controllo straniero dell’8,6% contro l’8,3 dell’anno precedente, quelle cooperative hanno invece ridotto il roi dal 4,3 al 3,4%.
Il 2007, come evidenziano tutti i centri studi (Mediobanca, Istat, Ice, consorzi di tutela) sarà un anno di ulteriore crescita, ma non registrerà un mutato approccio delle imprese al credito. Peraltro, è un segnale molto forte il recente accordo stipulato da una ventina di banche locali e nazionali con il Consorzio del vino Chianti per l’erogazione di 250 milioni di euro ai soci per il rinnovo di vigneti, impianti e campagne di marketing. Spiega Federico Rossi Ferrini, gestore dell’area consulenza agraria della Cassa di risparmio dì Firenze: “In Toscana sono 53 mila le aziende vitivinicole, con circa 3milioni dì ettolitri di vino prodotto, per un export annuale di oltre 480 milioni di euro. Un segnale di solidità e vitalità viene dalla propensione agli investimenti manifestata sia attraverso il credito agrario (nel 2005 le operazioni sono aumentate del 26,9%) sia con le risorse offerte dal Piano di sviluppo rurale della regione Toscana. In questo quadro, per quanto riguarda Banca CariFirenze, il 2006 ha visto un aumento dei finanziamenti a medio termine a favore delle aziende vitivinicole, passati dal 19 al 27,9%. Di segno diverso quelli a lungo termine, che si sono assestati al 46,5% del totale dei finanziamenti agrari concessi dopo la vivacità registrata nel 2005, quando avevano rappresentato il 58,35% del totale.
La causa va cercata principalmente nell’esaurimento delle risorse previste dal Piano di sviluppo rurale 2000/06 della regione Toscana, che ha spinto molte imprese a posticipare gli investimenti in attesa dei bandi del nuovo Piano di sviluppo rurale 2007/13”. Banca popolare di Verona e Novara, altro osservatorio molto importante per il finanziamento alle imprese vitivinicole, punta a legare alcuni suoi finanziamenti alla crescita della qualità aziendale. E il caso del mutuo “tracciabilità di filiera», che premia chi si impegna a seguire precisi percorsi di tracciabilità e di controllo qualità con le varie certificazioni. A questo si affiancano altri tipi di mutui, uno (mutuo Vitivinicultura) dedicato al rinnovo dei vigneti, all’acquisto di terreni, immobili o a ristrutturazioni fino a un massimo di 150 milioni (chirografario) o 1,5 miliardi (ipotecario); e uno (Crescita e qualità sicura) più orientato agli investimenti per innovazione tecnologica, macchinari, marketing fino a un massimo di 250 milioni (chirografario).
Al Sud il quadro non cambia. Bancapulia, per esempio, eroga 5,35 miliardi oltre agli anticipi. Ma proprio questi ultimi sono importanti per i produttori pugliesi, per gli acconti sulle vendite dei mosti o del vino. L’erogato classico, a tassi agevolati, invece, viene speso per il credito agrario e i costi di esercizio ed è a breve termine (un anno).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su