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Italia Oggi

Vino, l’Ue tira dritto ... Bruxelles verso una drastica riforma. La proposta sulla nuova Ocm sarà presentata mercoledì… Una riforma radicale da attuare in due fasi: un periodo di “riequilibrio del sistema”, che mira a ridurre la produzione totale (soprattutto attraverso l’estirpazione) e a estromettere dagli scambi i competitor meno efficienti, e un “riorientamento al mercato”, attraverso misure sostanzialmente opposte, come agevolazioni e liberalizzazioni. Sembra questa l’intenzione della Commissione europea, che il 4luglio presenterà a Bruxelles il documento di revisione dell’Ocm vino.
Dopo un anno di accesi dibattiti, l’esecutivo comunitario dovrebbe approntare una proposta basata sugli stessi essenziali principi annunciati nel giugno del 2006 con la diffusione della comunicazione “Verso un settore vitivinicolo europeo sostenibile”, che tanto scompiglio avevano creato nei paesi produttori (Francia e Italia su tutti).
Gli obiettivi della Commissione sono una maggiore qualità e competitività per il settore vitivinicolo, attraverso la conquista di nuove quote di mercato, sia all’interno che all’esterno dell’Unione, un regime di regole semplici, chiare ed efficaci, in grado di mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta, e una normativa che, nel rispetto delle tradizioni vitivinicole europee, consolidi il ruolo socioambientale della viticoltura nelle zone rurali. Per riuscirci i tecnici Ue hanno studiato quattro possibilità d’intervento: mantenimento dello status quo, riforma radicale, integrazione nel modello della Pac riformata e deregolamentazione. In base ai risultati di un’analisi sulle conseguenze potenziali di ogni ipotesi, la Commissione ha dichiarato di voler perseguire la strada della riforma radicale, da attuare progressivamente in due fasi.
La proposta. La proposta di riforma dell’Ocm vino, che dovrebbe realizzarsi nel 2008 (per poi entrare in vigore con la campagna 2008-09), prevede una prima fase di riequilibrio del sistema: riduzione della produzione vinicola e contemporanea incentivazione all’uscita dal mercato dei produttori marginali, con forti incentivi all’estirpazione. Allo stesso tempo, saranno eliminati i sostegni alla distillazione. A partire dal 2014, poi, inizierebbe la seconda fase, quella di “riorientamento al mercato”, da realizzare attraverso agevolazioni a nuovi impianti e liberalizzazione delle superfici vitate. Ma non è tutto. Nella strategia di Bruxelles, infatti, Vqprd e Igt dovrebbero diventare simili a Dop e Igp, ossia assumere i connotati delle denominazioni d’origine che tutelano i prodotti agroalimentari di qualità. Permarrebbero, invece, i divieti allo zuccheraggio e all’aggiunta di mosti importati, un aspetto su cui i produttori si sono trovati d’accordo.
Le reazioni. In settimana Confagricoltura ha definito la proposta “lontana dal mondo agricolo e pericolosa per il nostro patrimonio vinicolo. La Commissione”, ha detto il presidente Federico Vecchioni, “dopo un anno di forte dissenso da parte del mondo agricolo e anche dal Parlamento europeo, conferma nella sostanza le sue posizioni iniziali”.

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