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Italia Oggi

Vino, prove di dialogo Italia-Ue ... Incontro sulla riforma dell’Ocm tra il ministro per le politiche agricole e l’eurocommissario. Fischer Boel si è detta disposta a trattare sullo zuccheraggio… Sì alla riforma del vino, ma tutelando le numerose varietà italiane. Il ministro per le politiche agricole Paolo De Castro ha ribadito al commissario europeo all’agricoltura, Mariann Fischer Boel, ieri in Italia per un incontro con le commissioni riunite, le perplessità espresse nei giorni scorsi. La Fischer Boel nel riconoscere che “l’incontro con le delegazioni parlamentari è stato costruttivo, anche se ovviamente non erano d’accordo su tutti i punti”, ha ribadito le ragioni della sua riforma che intende “trovare un equilibrio tra domanda e offerta”, arrivare a una maggiore produzione di vino “solo se sarà remunerativo” e fare in modo che “i vini europei siano presenti su tutti i mercati internazionali” . Su alcune richieste italiane, come quella inerente lo zuccheraggio (molto sostenuta dai paesi del Nord Europa), la Fischer Boel è stata disponibile. “Da parte del commissario”, ha affermato il ministro De Castro, “c’è la volontà di venirci incontro su alcune richieste, in particolare quelle riguardanti la qualità e il tema dello zuccheraggio sul quale abbiamo molto apprezzato la volontà di andare avanti in direzione di un divieto all’utilizzo dello zucchero”.
Il commissario ha spiegato che “nei prossimi giorni lavorerà con De Castro su delle iniziative”, anche per vincere alcune resistenze in seno al Consiglio europeo. Altro punto su cui sembra essere raggiunta una convergenza è quello relativo all’estirpazione dei vigneti. Infatti dai 400 mila ettari da estirpare si è passati a 200 mila, con aiuti ai produttori per 1,3 miliardi di euro. Ma la novità, come ha tenuto a spiegare Fischer Boel, è che “si tratta di un provvedimento che non va contro i nostri vini. Nessun viticoltore sarà obbligato a estirpare. Si tratta di una misura sociale necessaria”. Restano però alcuni punti, tra liberalizzazioni e aiuti alle distillazioni, su cui il commissario ha fatto capire di non voler tornare indietro. “Dopo il 2013”, ha spiegato De Castro, “serviranno delle leggi che diano la possibilità di gestire queste liberalizzazioni. Altrimenti si rischia che anche nelle zone di qualità ci possa essere un eccesso di produzione non legato al mercato”.
Preoccupa, soprattutto tra le associazioni di categoria, il provvedimento che introduce l’inserimento sulle etichette dei vino da tavola di indicazioni relative alla qualità e all’anno di produzione. Aspetti che secondo De Castro potrebbero portare “al ribasso la qualità dei vini di origine controllata. Al Consiglio europeo abbiamo anche fatto presente che la situazione italiana è diversa da quella di altri paesi, visto che abbiamo numerose varietà di vini, molte delle quali non presenti altrove. Non parliamo di cinque varietà, ma di centinaia di vini diversi, quindi non tutti da trattare allo stesso modo. Per questo stiamo lavorando, l’alleanza con altri paesi mediterranei va avanti e nei prossimi mesi lavoreremo, sotto la presidenza portoghese, per trovare una sintesi”. Preoccupazioni sono state espresse sull’abolizione degli aiuti alla distillazione.
“Misure che costano 200 milioni di euro l’anno”, ha spiegato Mariann Fischer Boel. L’Italia però chiede una distinzione.
“Siamo a favore”, ha proseguito De Castro, “dell’eliminazione di tutte le forme di distillazione che hanno creato nel tempo un secondo mercato. Siamo però convinti che bisogna mantenere la distillazione dei sottoprodotti. Bisogna tenere conto degli enormi costi ambientali che ne deriverebbero.
Infatti non si saprebbe come gestire questi sottoprodotti”. L’Italia potrebbe dunque fare cartello, con Spagna e Francia, su alcuni di questi punti. Anche se il ministro De Castro ha spiegato che “la riforma è lunga. Il parere del parlamento è atteso per la primavera del 2008. Ma stiamo lavorando per cercare di arrivare all’accordo politico entro dicembre, come vuole il semestre di presidenza portoghese con cui, rispetto ad altre delegazioni, condividiamo gli stessi punti di vista. Se tralasciamo alcune particolarità che riguardano i vini liquorosi, direi che la posizione portoghese coincide con quella spagnola, con quella italiana e, in parte, con quella francese. Siamo convinti che ci sono alcuni passaggi in questa proposta migliorabili e che interessano il nostro paese”.

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