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Italia Oggi

Chianti Rufina large ... Decreto della provincia di Firenze. La sottozona viene estesa... Verso un territorio produttivo ampliato... “Niuno scrittore”, scriveva Emanuele Repetti nel suo dizionario storico geografico, “né alcun dicastero governativo ha indicato finora quali fossero i limiti e l’estensione del Chianti”. Una discussione che sin dal 1932, anno del decreto di riconoscimento dcl Chianti in sottozone, ha tenuto banco tra i vignaioli. Oggi il Chianti vive una seconda giovinezza in quanto il mercato ne riconosce la qualità intrinseca e risponde positivamente agli sforzi dei produttori tesi a ridurre le rese a ceppo ed a migliorarlo geneticamente utilizzando cloni appropriati. Dalla richiesta del mercato che sollecita Chianti di qualità e in particolare l’indirizzo cui bussa è verso specifica sottozona come il Chianti Rufina, la provincia e la comunità montana non sono state a guardare ed hanno consultato i produttori per verificare l’ipotesi di una sua riqualificazione ponendo sul mercato una quantità di Chianti Rufina rapportato alle richieste di mercato. Una sollecitazione fatta propria dall’assessore Pietro Roselli con la deliberazione 282 del 15 ottobre scorso accoglieva favorevolmente tali aspettative, in concreto con tale provvedimento la provincia di Firenze detta regole e condizioni per dare l’opportunità al titolare di superfici rivendicate a Chianti, nell’area della sottozona del Chianti Rufìna, di iscrivere e rivendicare tale prodotto come Chianti Rufiina, se ne possiedono i requisiti. Un processo che in parte era stato frenato dalle crisi dei mercati e da un’austera e rigorosa visione di affrontare il mercato, che ha favorito non poco i nostri diretti concorrenti. Di fatto con il decreto della provincia di Firenze i vignaioli, se hanno le vigne e le caratteristiche per tale iscrizione la devono richiedere entro l’aprile del 2008, con deroghe per l’annata vendemmiale in corso. Ciò permetterà una ulteriore qualificazione e quantificazione del vino Chianti Rufina DOCG senza aumentare con ciò il vino Chianti. Anzi sotto il piano del rigore produttivo, siccome il Chianti Rufina ha una resa ad ettaro di 80 qt rispetto ai 90 del Chianti genericamente disciplinato, avremo più Chianti titolato con la dizione Rufina rispetto al più generalista Chianti. Una volontà e un’esigenza isolata nel Chianti o la voglia di riconsiderare regole e dettami che un tempo avevano ragion d’essere, mentre oggi le logiche di mercato ne richiedono altre. Il dibattito nel Chianti è iniziato. I1 Chianti Rufina, per il presidente del Consorzio Giovanni Busi, con tali leggere modifiche non verrà stravolto. Al massimo,si pensa, saranno 80/100 gli ettari rivendicati a Chianti che potenzialmente potranno esser iscritti alla sottozona della Rufina. E tali potenzialità saranno espresse per il 50%.

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