02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

La Barbera lancia la sfida mondiale ... Gli obiettivi del Consorzio dopo la Docg... “La Barbera volta pagina e con la docg e accetta la sfida del mercato mondiale”: così Giovanni Chiarle, presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato, commenta le prospettive che si aprono per il vino considerato il più popolare del Piemonte dopo il recente riconoscimento della docg. Di Barbera se ne producono oltre 50 milioni di bottiglie ogni anno, cifra che permette a questo vino, un tempo ruvido e di difficile beva ma che ora è diventato più piacevole ed amabile grazie alle nuove tecnologie di vinificazione, di classificarsi, per quantità, tra i più importati del nostro paese.
La Barbera (o il Barbera, la definizione è tuttora controversa) diventerà docg con la vendemmia del 2008 e sarà sul mercato il prossimo anno. Questa denominazione comprenderà la Barbera d’Asti versione normale e superiore con le sottozone e quella superiore del Monferrato prodotta tra le province di Asti ed Alessandria. In totale poco più di 50 milioni di bottiglie ma, spiega ancora Chiarle, la quantità precisa (che potrebbe anche essere inferiore) si conoscerà dopo la prossima vendemmia in base anche al suo andamento.
E, comunque, almeno quella del Monferrato non andrà oltre le 150 mila bottiglie. Per i produttori si tratta di una svolta “epocale” perché, precisano al Consorzio, occorrerà cambiare mentalità e mantenere sempre alta la qualità del prodotto in modo da poter competere maggiormente sui mercati mondiali con altri vini tipo il Chianti o il Morellino di Scansano. Effetti sui prezzi della docg?
I vignaioli dell’Astigiano e del Monferrato non si aspettano nessun beneficio particolare ma bensì la possibilità di fregiarsi di un titolo di prestigio in più collocandosi anche, per quantità, come la seconda docg della regione dopo Asti e Moscato. E di riuscire a penetrare meglio sui mercati internazionali visto che, per ammissione di Chiarle, la barbera è venduta, attualmente, in buona parte nel Nordovest dell’Italia. Buone prospettive ci sono in Usa (nonostante il rafforzamento dell’euro), Giappone e paesi scandinavi mentre, in generale, Germania e Gran Bretagna segnano per i vini italiani, attualmente, un po’ il passo.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su