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Italia Oggi

Solo veleni di stampa ... I Nas: dai vini zero rischi per la salute. Controlli fino a metà maggio. Caviro: per i consumi tutto ok.. In attesa di poter fare un lancio sulle conseguenze di Velenitaly sulla salute degli italiani e del mercato dei vino, ItaliaOggi ha raccolto indicazioni rassicuranti dalle istituzioni e dai protagonisti del mercato. È vero, infatti, che i controlli a tappeto dei Nas proseguiranno fino a metà maggio prossimo e che fino ad allora vige il silenzio stampa. Ma, come trapela dal Comando carabinieri per la tutela della salute, così com’è successo in altri casi, incluso il recente allarme diossina, dei gravi rischi di cui s’è letto su alcuni organi di stampa, finora, nei controlli dei Nas non c’è riscontro. In attesa dei dati di vendita del vino di questo mese, Caviro, il leader di mercato nei vini in Italia con una produzione annua di 180 milioni di litri (e ricavi aggregati di circa 300 milioni di euro a giugno 2007, che dovrebbero salire a 315 quest’anno), non ha sentore di cali del sell out. A sostenere i consumi, secondo Sergio Dagnino, direttore generale di Caviro, sarebbero stati sia la pronta reazione della gdo, che si è affrettata a ritirare dagli scaffali il prodotto incriminato, sia la divulgazione dei nomi delle aziende indagate.

“Come già sottolineato dai ministri delle politiche agricole e della salute, non vi sono rischi sanitari per il consumatore”. È il mantra di Piero Mastroberadino, presidente di Federvini, che aggiunge: “L’adulterazione rappresenta un comportamento criminoso da perseguire e gli imprenditori, per primi, invocano un suo forte contrasto e un’azione risoluta per estirparla”.

Una posizione condivisa dal direttore generale di Caviro, secondo il quale “occorrerà vigilare affinché, una volta spentisi i riflettori sul caso, quelle misture che non si possono chiamare vino non tornino a occupare spazio sugli scaffali dei negozi”. Altrimenti si rischia di penalizzare i produttori (la vasta maggioranza) che rispettano le leggi a tutela della salute dei cittadini. Regole che hanno un costo. Caviro, per esempio, dispone di un team di 15 addetti al controllo qualità che effettua annualmente 110 mila analisi sia sulla materia prima (per il 95% conferita dai soci coltivatori aderenti alle 40 cantine che fanno capo al gruppo) sia sul prodotto finito. Ogni anno investe poi dai 2 ai 3 milioni di euro nel miglioramento della qualità. A scanso d’equivoci, Dagnino si spinge fino a indicare le soglie di prezzo minime al sotto le quali non riesce ad andare neppure l’azienda che fa i maggiori volumi in Italia. E questa soglia è di 1,10 euro per il vino in bottiglia da 0,75 ci e di 86 centesimi di euro per un litro di vino in brick. Consumatore avvisato, mezzo salvato...

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