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Italia Oggi

Ue, via libera definitivo alla riforma del mercato del vino ... Via libera definitivo, a partire dal 1° agosto 2008, alla riforma dell’organizzazione comune del mercato vitivinicolo.
Il Consiglio dei ministri Ue ha adottato ufficialmente la vasta riforma che era già stata oggetto, nel dicembre scorso, di un accordo politico fra i ministri dell’agricoltura. La Commissione europea darà ora inizio al processo di adozione dei primi regolamenti sulle modalità di applicazione della riforma, con l’obiettivo di aumentare la competitività dei vini europei, riconquistare mercati e preservare le migliori tradizioni della produzione vitivinicola europea.
“Anziché sprecare risorse per eliminare le eccedenze, grazie alla riforma potremo concentrarci sulla sfida alla concorrenza e sul recupero di quote di mercato”, ha dichiarato Mariann Fischer Boel, commissaria per l’agricoltura.
La riforma consente una rapida ristrutturazione del settore, poiché include un regime triennale di estirpazione su base volontaria volto a offrire un’alternativa per i produttori che non sono in grado di far fronte alla concorrenza e a eliminare dal mercato le eccedenze e i vini non competitivi. Prevede inoltre la riduzione dell’utilizzo del saccarosio per aumentare il tito1o alcolimetrico:
sarà al massimo di 3% gradi nella zona A, 2% nella zona B (Francia), 1,5% nella zona C (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Cipro). In particolari condizioni climatiche, sarà possibile aumentano di un ulteriore 0,5%. Per permettere ai produttori italiani di beneficiare ancora per quattro anni degli aiuti ai mosti, la dotazione assegnata a Roma per il 2008 2009 è cresciuta di 60 milioni di euro (da 190.000.000 a 251.300.000, comprensivi del trasferimento allo sviluppo rurale, che riguarderà solo 13.000.000 di euro). Dal 2015 in poi passerà a 376.400.000. Le risorse trasferite allo sviluppo rurale, invece, passano da 400.000.000 di euro inizialmente previsti a soli 150.000.000 di euro. L’accordo raggiunto inoltre permette ai grandi paesi produttori di sfuggire a una politica di estirpazione selvaggia: dai 400.000 ettari iniziali proposti si è passati a un programma di estirpazione volontario su tre anni per un massimo di 175.000 ettari, ma con soglie massime per paese che non potranno superare l’8% delle superfici piantate a vigneto. Per quanto riguarda i diritti d’impianto, il regime attuale è stato prorogato fino al 2015 ma i paesi potranno protrarlo fino al
2018.
Gli aiuti
per la distillazione di crisi
saranno consentiti per un periodo di quattro anni con la possibilità di concedere aiuti di Stato per arrivare fino a un massimo del 20% delle risorse dell’enveloppe. Dopodiché si potrà utilizzare solo il 15%. L’alcol ottenuto con la distillazioie di crisi e con la distillazione dei sottoprodotti potrà ricevere un aiuto solo se utilizzato per scopi industriali-energetici. Inoltre, per un periodo di quattro anni, sarà possibile concedere un aiuto accoppiato per i produttori di vino che destinano il vino alla distillazione dell’alcol da bocca. Novità anche per l’etichettatura: nessun obbligo di indicazione della presenza di saccarosio, mentre i vini da tavola conquistano la possibilità di mettere in evidenza con un’autocertificazione, sia pure con qualche limite, annata e vitigno. Per i vini a denominazione d’origine e a indicazione geografica è stato inserito l’obbligo di vinificazione nella zona di produzione. E stata attribuita agli stati membri la possibilità di
limitare l’indicazione in etichetta
per i vini senza indicazione geografica. Sono state confermate
le regole di produzione dei vini spumanti di qualità e le deroghe esistenti riguardanti lo spumante “prosecco” prodotto in alcune regioni italiane.
Autore: Sabina Pignataro

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