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Italia Oggi

Ora sequestrano anche il Nobile ... Bloccati 150 mila ettolitri. Nel vino non c’era solo Sangiovese... Ci risiamo. Un altro vino dell’eccellenza italiana è finito sotto la lente della guardia di finanza. E il Nobile di Montepulciano. La Gdf di Siena e la magistratura di Montepulciano hanno sequestrato 120 mila ettolitri di Nobile della Cooperativa Vecchia cantina. L’accusa è frode in commercio: in pratica, il vino spacciato per Nobile conterrebbe anche altri vini, rispetto a quelli indicati dal disciplinare di produzione del Vino Nobile di Montepulciano. Esso prevede invece che il vino Doc del comune senese sia composto da “Sangiovese (denominato a Montepulciano prugnolo gentile): minimo 70%. Può concorrere il canaiolo nero fino a un massimo del 20%, possono inoltre concorrere fino a un massimo del 20%, i vitigni raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Siena purché la percentuale dei vitigni a bacca bianca non superi il 1O%”. Secondo l’accusa, il meccanismo fraudolento sarebbe andato avanti dal 2004. Un fulmine a ciel sereno, visto che l’operazione della Gdf riguarda la prima cooperativa vinicola toscana e il maggior produttore di Montepulciano, con 70 anni di tradizione alle spalle. Non solo. Indagini (ma non sequestri) avrebbero lambito anche il presidente del Consorzio di tutela, Luca Gattavecchi, che si è detto molto tranquillo: “E un atto dovuto da parte della magistratura. Sono assolutamente tranquillo. Laddove c’è un sospetto è giusto che si faccia chiarezza. Ed è dunque giusto che l’indagine vada avanti”. Certo, questa nuova vicenda rende agitate le notti del ministro dell’agricoltura, Luca
Zaia, già alle prese con la non facile soluzione della
crisi con gli Stati Uniti per il caso
del Brunello di Montalcino. Ovvia la sua preoccupazione, proprio alla vigilia dell’incontro
con le autorità americane sulle garanzie che l’Italia deve
dare per l’export negli Usa. Il nuovo caso del Nobile non aiuta.
Ma il problema di fondo è un altro: fermo restando che, se le indagini di vari magistrati trovassero precisi riscontri, i responsabili
dovranno pagare il loro reato, restano due domande, entrambe inquietanti: cosa succederebbe se carabinieri o finanza battessero a tappeto le cantine italiane? Ha ancora
senso difendere alla morte disciplinari che si stanno dimostrando troppo coercitivi per i produttori? La Francia, che ha solo da insegnare all’Italia in fatto di vino, dimostra che i disciplinari delle Aoc sono assai laschi e permettono ai vignerons vinificazioni impensabili in Italia. Sono problemi enormi e non sarà facile trovare la soluzione al problema se il ministro vorrà mettervi mano.

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