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Italia Oggi

Cresce l’export negli Usa ... Al via un piano di promozione straordinario... Il made in Italy piace ancora negli Usa. Né il supereuro né la crisi dei consumi interni americani sono riusciti infatti a frenare il ritmo di crescita delle nostre esportazioni negli Stati Uniti. Nel primo semestre del 2008 il nostro export ha toccato i 18,5 miliardi di dollari (+11,17%), mentre l’import americano è ammontato a 8,3 miliardi (+19,4%), con un saldo commerciale a favore dell’Italia per 10,2 miliardi di dollari.
A rilevarlo è il sottosegretario allo sviluppo economico con delega al commercio estero Adolfo Urso, che ha commentato come “quello statunitense resta il nostro primo mercato extraeuropeo, con una quota del 9%. Per rafforzare la nostra presenza”, ha aggiunto Urso, “abbiamo predisposto, attraverso l’Ice, un piano di promozione straordinario del made in Italy per 10 milioni di euro a sostegno delle imprese delle quattro A che hanno reso famoso il made in Italy nel mondo: agroalimentare, automazione, abbigliamento moda, arredo-casa”. Un piano che vedrà impegnato da domani a sabato Urso a New York per promuovere la moda italiana durante il Fashion Week, dove verranno presentate le collezioni per la prossima primavera-estate. Ad accompagnare il sottosegretario una delegazione di top manager di 43 aziende italiane, in particolare del comparto calzaturiero. “Il nostro comparto moda nel primo semestre”, ha spiegato Urso, “ha registrato una crescita record di 3 miliardi di dollari: di questi,
quasi 600 milioni solo per le calzature”. Le importazioni americane coprono il 90% del mercato totale del consumo di calzature e nel 2007 gli Usa, rileva ancora Urso, hanno importato dall’Italia circa 22 milioni di paia di calzature per un valore di 1,2 miliardi di dollari. “Il nostro paese è così arrivato a essere il quinto paese esportatore di calzature dopo Cina, Vietnam, Brasile e Indonesia. Pensiamo, nonostante il valore unitario delle calzature italiane sia il più elevato: 55,47 dollari al paio, che possiamo fare ancora di più
e meglio”. “In questi mesi più che il caro-euro, che comunque favorisce i nostri investimenti negli Usa”, ha concluso Urso, “a danneggiare il made in Italy è stato il disastro mediatico di Napoli invasa dai rifiuti o la storia del Brunello contraffatto. Stiamo riuscendo a recuperare quell’immagine che associa all’Italia e alla sua produzione l’alta qualità. Per questo siamo fiduciosi che il trend positivo del primo semestre continuerà e potremmo chiudere il 2008 con una crescita del nostro export superiore a 30 miliardi di dollari”.

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