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Italia Oggi

Panorama e Qn, cover 10 e lode ... I vincitori della seconda edizione del riconoscimento Ferrari al miglior titolo e miglior copertina 2008... Primi per inventiva tra giochi di parole e armonia d’immagini... I1 titolo non corrisponde al testo dell’articolo? Niente panico. Basta modificare il testo. Era questo il motto semiserio che imperava alla Notte, lo storico quotidiano milanese di cronaca. Un po’ ironico, perché di solito è il titolo che viene costruito in base all’articolo, un po’ no, perché i titoli (e le copertine nel caso dei periodici) sono i veri “manifesti” di ogni pezzo. Sono loro a captare l’attenzione del pubblico e a orientare gli acquisti d’impulso in edicola. Peccato che in Italia i giornalisti abbiano una formazione più letteraria e siano poco sensibili all’armonia tra parola scritta e immagine. Ecco perché è nato e arrivato alla seconda edizione il riconoscimento “Titolo dell’anno - Copertina dell’anno”, voluto da Ferrari, il noto marchio di spumanti d’alta gamma: l’obiettivo è premiare le redazioni dei quotidiani più innovative nell’arte della titolazione e quelle dei periodici alle prese con copertine che sappiano ben amalgamare testo e immagini.
Tecniche ben apprese, secondo la giuria del riconoscimento, sia a Panorama, settimanale del gruppo Mondadori premiato nella categoria miglior copertina, sia al Quotidiano nazionale (II Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione) del gruppo Poligrafici guidato da Andrea Riffeser Monti, corona d’alloro per il miglior titolo. Della commissione hanno fatto parte 20 professionisti dell’informazione tra cui, presenti ieri a Milano per la cerimonia di consegna, Isabella Bossi Fedrigotti del Corriere della Sera, Camilla Lunelli, alla guida del gruppo Ferrari, Antonio Calabrò, direttore degli affari istituzionali e relazioni esterne Pirelli, Pierluigi Magnaschi, vicepresidente di Class Editori, Giorgio Mule, direttore di Studio Aperto, Claudio Sabelli Fioretti della Stampa e Io Donna, il re degli intervistatori Stefano Lorenzetto del Giornale, il pubblicitario Oliviero Toscani e il presidente di giuria, Gino Lunelli, presidente della Ferrari F.lli Lunelli.
“Il premio vuole essere uno sprono alla crescita del giornalismo italiano, per una maggiore attenzione alla titolazione”, ha dichiarato la giuria. “Una volta si poteva dire che erano più abili i colleghi britannici e francesi. Oggi, invece, siamo alla pari con i primi, abbiamo superato i secondi. Nella Penisola manca adesso solo il coraggio dei più di passare al formato tabloid. Senza mai dimenticare di fare un’informazione talvolta noiosa, ma sempre puntigliosa”.
Una buona copertina vale almeno il 10% in più delle vendite. “La regola d’oro per fare una copertina che funziona è che sia evocativa, offra un’emozione”, ha spiegato a
Italia Oggi Maurizio Belpietro, direttore di Panorama. “Attiri sul settimanale l’attenzione anche di chi è andato in edicola a comprare tutt’altro”. Il periodico ha vinto con il tema “Mamma, ho perso l’infanzia”, evocativo non solo del film con Macaulay Culkin ma anche di un cambiamento sociale in atto, con ragazzi “viziati, spesso costretti dai genitori a un attivismo che non si concilia con l’età, succubi del consumismo più spietato”, così come da motivazione della giuria.
“È finita l’epoca dei periodici con donne nude in copertina.
Non funzionano più”, ha chiosato Belpietro, che all’insediamento di un governo Amato aveva già dedicato il gioco di parole “Ci tocca pure l’amaro Giuliano”.
Il giornale uno e trino. Riunisce tre quotidiani (e 35 edizioni locali) in uno, non avrebbe potuto non vincere con un titolo sul papa. “Non habemus Papam” di Qn ha stravolto creativamente la formula per l’elezione pontificia, descrivendo lo scorso gennaio i fatti e le polemiche della mancata visita di Benedetto XVI all’università Sapienza di Roma.
“Le nostre prime pagine sono esercizio e divertimento insieme”, ha raccontato Giuseppe Mascambruno, condirettore del Quotidiano nazionale. “Cerchiamo sempre di tener conto delle regole di titolazione di tutte e tre le nostre testate. Ma anche il formato tabloid ha impattato sulla tecnica”. Si sente la concorrenza dei titoli strillati dalla free-press? “I loro sono servizi più didascalici”, ha chiosato Mascambruno. “Si tratta di due mercati diversi. Il titolo a effetto può essere una necessità o una virtù”.

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