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Italia Oggi

Un’altra Brunellopoli ... Nuovi sequestri, l’indagine si allarga... Si chiude un filone, se ne apre un altro. Non c’è pace per il Brunello di Montalcino. Se si avvia a conclusione la prima inchiesta, quella rumorosamente uscita ad aprile, si è aperto un nuovo capitolo con nuovi sequestri divino. Il sostituto procuratore della repubblica, Mario Formisano, è sul punto di chiudere la pratica che riguarda gli ispettori del Consorzio del Brunello finiti nei guai per falso ideologico, per aver cioè dichiarato di aver fatto controlli senza averli fatti. Mancano solo alcuni adempimenti burocratici, poi per loro si profila la richiesta di rinvio a giudizio. Alla procura non hanno dubbi, dicono, e tutto è chiaro come la luce del sole. Così come è chiara, sempre per la magistratura senese, la posizione degli altri indagati, 97 persone tra produttori e tecnici. Seppur in attesa dei riscontri delle analisi chimiche sugli antociani per tutti i campioni inviati a Enosis, in molti, fanno sapere da palazzo di giustizia, hanno iniziato a collaborare. I produttori avrebbero chiesto patteggiamento e declassamento del vino da Brunello docg a rosso igt. Una manovra che consente di far dissequestrare le bottiglie bloccate durante l’inchiesta, per reimmetterle sul mercato. I primi risultati delle analisi confermerebbero la presenza di uve diverse dal Sangiovese e quindi non rimarrebbe che ammettere la colpa. E per la prima fase che si avvia a conclusione, la procura ne porta avanti un’altra. L’ipotesi riguarda sempre il mancato rispetto del disciplinare nella produzione di Brunello. Cioè l’utilizzo di uve Merlot e Cabernet, invece che di solo Sangiovese. Un’altra fase che dovrebbe aver portato, stavolta le notizie non escono dopo il clamore di aprile, già al sequestro di nuove partite di vino e al coinvolgimento di altri produttori. Una seconda fase dettata non dagli sviluppi della prima, ma dall’impossibilità della magistratura senese ad agire in maniera massiccia vista l’esiguità di uomini a disposizione.

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