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Italia Oggi

Locorotondo, un bianco all’ombra dei trulli ... Un vino bianco come i muri dei trulli fra cui nasce. È questo il Locorotondo, che nasce nell’omonima città in provincia di Bari dall’impegno di molte aziende vinicole e in particolare della locale Cantina Sociale (www.locorotondodoc.com). Forte di ben 1.300 soci, riesce a mescolare la tradizione con l’innovazione, grazie anche alla certificazione di qualità Iso 9001. Colore paglierino, sapore asciutto e delicato, il Locorotondo è un bianco figlio di una terra da sempre produttrice di vino (alcuni documenti indicano addirittura il 1195). Nasce dall’unione di uve Verdeca e Bianco d’Alessano, più un 5% (massimo) di vitigni Fiano, Bombino, Malvasia toscana. Doc dal 1969, il Locorotondo ha anche una variante spumante e si abbina bene a primi leggeri o portate a base di pesce, a formaggi teneri e delicati. Il tutto per una gradazione alcolica pari all’11,5%. E un prezzo medio al litro attorno ai cinque euro.

Da servire fresco a una temperatura di 8-10°, questo vino viene curato costantemente dai soci della Cantina, con amore e orgoglio. Si comincia dall’impianto dei vigneti, che devono essere scavati in profondità fino a raggiungere la roccia per garantire alle radici il giusto fresco e l’apporto di sali minerali. Poi la coltivazione ad alberello fra i comuni di Locorotondo, Cisternino e Fasano e la vendemmia tra fine settembre e inizio ottobre in terreni argillosi-calcarei ad un’altitudine fra i 300 e 400 m. Buona la resa: per ogni 100 kg di uva si possono ottenere 60 litri di vino. La spremitura delle uve avviene grazie a delle pneumo presse perché sia soffice, poi, durante la fermentazione, che dura fra i 15 e 20 giorni, si mantiene una temperatura costante di 20° C. Fino all’illimpidimento naturale, che si ottiene con la messa a riposo del vino e, dopo il travaso, lo stoccaggio in serbatoi di acciaio inox. Dopo tre mesi questo capolavoro di Puglia viene stabilizzato, filtrato e imbottigliato a freddo.

Abbiamo parlato del bianco, da sempre portabandiera del Locorotondo. Ma oggi, grazie all’impegno della Cantina Sociale, si possono avere bianchi, rossi, frizzanti, grappe e distillati. Un segno della lunga strada percorso dalla Cantina, nata nel 1930 dall’unione di un gruppo di contadini decisi a valorizzare il Locorotondo. E che continua grazie al coinvolgimento stesso del consumatore, che nello stabilimento sociale può così prendere parte a manifestazioni culturali che gli permettono di conoscere “dal vivo” la nascita di un vino proiettato verso il futuro.

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