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Italia Oggi

Sui voucher necessaria una operazione verità ... La circolare Inps sull’ampliamento d’uso dei voucher merita qualche riflessione. L’Istituto, che considera “positivo” l’esito della prima sperimentazione dei voucher per la vendemmia, rifiuta da tre mesi di incontrarsi con le organizzazioni sindacali. È un fatto grave.
Avremmo voluto chiedere all’Inps, tra l’altro, come mai nelle sue circolari non spiega che il voucher da 10 euro serve a pagare un’ora di lavoro e non un tempo indefinito e non spiega come mai è “saltato” il limite di 10 mila euro per azienda, stabilito dalla legge.
Ma soprattutto avremmo chiesto di conoscere l’esito di questa “positiva” sperimentazione. Quanti giovani? Quanti pensionati? E soprattutto quanto lavoro in nero in meno? Perché questa è la finalità dei voucher: far emergere il lavoro, non sottopagarlo.
In questa, che è la sfida lanciata dal governo e da noi condivisa, l’atteggiamento dell’Inps è censurabile come le sue circolari. Sono lacunose e risentono di confronti svolti solo con il sistema delle imprese agricole. Al contrario una normativa che riduce tutele e diritti per i lavoratori andrebbe gestita con la massima trasparenza e con il confronto diretto con il sindacato. Qualche notizia in più sull’uso dei voucher nella vendemmia appena conclusa, si ottiene poi da un articolo di Michele Tiraboschi, pubblicato ieri da un quotidiano nazionale. Scopriamo che le giornate di lavoro sono
state 107 mila per un orario medio di 5 ore e per un periodo di occupazione di circa tre giorni a persona; dati, a prima vista, improbabili. Il fatto che la giornata di lavoro “media” sia inferiore a quella contrattuale dovrebbe generare qualche dubbio. Come anche il fatto che i rapporti di lavoro durino 3 giorni e non 15. Ma ogni perplessità viene messa a tacere dalla sottolineatura che si tratta di lavoro finalmente “in chiaro”. Si parla di un esercito di 30-35 mila tra studenti e pensionati sino a ieri costretti a prestazioni in nero e oggi finalmente “emersi”. Ma se così fosse i primi a essere contenti saremmo noi! Al di là di facili
proclami, governo e Inps hanno l’obbligo di realizzare un’operazione verità. L’Istituto ha dati certi sui prestatori d’opera coinvolti? Li renda noti. È in grado di dimostrare che si tratta di lavoro emerso? Ce lo spieghi.
Se veramente i voucher vendemmia hanno fatto emergere, sia pure per soli tre giorni, una così estesa platea di studenti e pensionati, potremo affrontare i rischi dovuti all’ampliamento dell’utilizzo dei voucher con un maggiore ottimismo. Se invece la realtà fosse diversa sarebbe d’obbligo una maggiore cautela. Perché l’ampliamento dell’utilizzo dei voucher senza la certezza dell’emersione rischia di minare dalle fondamenta diritti contrattuali e di legge senza risolvere alcun problema.
Perché un esercito di precari senza contratti e tutele, come gli ammortizzatori sociali e la maternità, non possono rappresentare il futuro di un’Italia migliore ma solo quello di un paese che ripiegando dolorosamente su se stesso rinuncia a diritti che fino a ieri si pensavano inalienabili.

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