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Italia Oggi

E’ l’asta la nuova frontiera... e il vino di lusso batte la crisi ... La nuova frontiera del vino? L’asta. Quasi 100mila euro di valore del vino battuto da una nota casa d’aste in un anno. Nel panorama finanziario internazionale, il vino sembra essere diventato un vero e proprio ombrello contro la crisi. Tanto che, mentre investire nel mercato immobiliare o in azioni diventa sempre più rischioso, l’eccellenza enologica non lascia spazio ad errori e si dimostra il terreno più fertile per ottenere vantaggi economici. A farla da padrone sul mercato aziende come Tenute dell’Ornellaia. Le sue battiture d’asta sono in costante crescita, sia in Italia (Pandolfini, Gelardini&Romani e altre) che all’estero (Christie’s, Sotheby’s Londra e Sotheby’s New York). Prendendo un arco di tempo che va dal 1998 ad oggi il valore delle bottiglie è in costante crescita, la stessa bottiglia dell’annata 1998, infatti, ha raggiunto un incremento economico del 446%. L’acquisto di bottiglie con un ottimo potenziale di invecchiamento e rivalutazione rappresenta una redditiva alternativa di investimento. Bisogna conoscere come, dove e quando comprare le preziose etichette e le annate giuste. E naturalmente per poter investire in vino occorre prima di tutto una grande passione, ma è anche importante sapere quali annate scegliere e quali vini hanno il maggior potenziale di aumento di valore nel tempo. Come ogni investimento infatti è una sorta di scommessa sull’aumento di prezzo. Ma senza il vino e l’annata giusta sarebbe persa. Con tali caratteristiche esiste solo un piccolo numero di etichette italiane. In particolare i celebri SuperTuscan. Sembrano dunque essere i vini di lusso la soluzione alla crisi. Sia a livello italiano, sia mondiale si tratta di un guadagno del 59% contro una caduta delle borse mondiali del 17%. Ma non basta. Il gap tra investimento in titoli vinicoli e quello nelle borse tende ad ampliarsi nel tempo, in crescita costante verso i primi investitori. I momenti più duri per le borse mondiali , da Gennaio a Luglio 2003 e nello stesso periodo del 2008, corrispondono esattamente con le fasi in cui le imprese vinicole hanno garantito picchi di “ sovra-performance”.

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