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Italia Oggi

Ogm nei campi, le regioni dicono sì ... Presto si coltiveranno in Italia ogm in campo aperto. La Conferenza stato-regioni ha detto un primo sì, all’unanimità, alla sperimentazione. Lo sblocco riguarda nove protocolli tecnici, contenuti in un decreto del ministro delle politiche agricole, approvato dal Comitato tecnico agricolo e all’ordine del giorno della Conferenza il 20 novembre. Il dm riguarda colture ortofrutticole strategiche per l’Italia, tra cui vite, ulivo, fragole, ciliegie, pomodori e kiwi. La notizia non è da poco; per l’Italia si tratterebbe di una prima assoluta. Ma notevole è soprattutto il risvolto politico, perché il primo via libera alla sperimentazione ogm è stato dato con l’avallo di tutte le regioni italiane. Nel Belpaese, va ricordato, esiste un cartello di regioni riunite sotto le insegne ogm free. Un club che, più volte, ha protestato a Bruxelles contro singole decisioni Ue a sostegno di prodotti transgenici. Eppure, a firmare i protocolli di sperimentazione sono state tutte le regioni. Inclusa la Toscana, capofila delle regioni ogm free, e la Puglia, che in seno alla Conferenza stato-regioni svolge il compito di capofila per l’agricoltura. Le proteste non sono mancate. Legambiente in una nota ha fatto sapere che “la sotterranea approvazione da parte di questo governo di nove protocolli per la sperimentazione delle coltivazioni ogm in campo aperto dimostra con quanta leggerezza sia stato affrontato un tema delicato e complesso come quello della contaminazione e distruzione di pregiate e famose colture tipiche italiane”. Quindi la richiesta: “La Conferenza stato-regioni blocchi i protocolli”. Laconico il commento del ministero alle politiche agricole: “Si tratta di protocolli di sperimentazione varati sotto il precedente esecutivo. Tutte le regioni, nessuna esclusa, hanno detto sì al provvedimento, perché abbiamo introdotto restrizioni importanti. Del resto non possiamo bloccare la sperimentazione; c’è un rapporto Inran che dice che sugli ogm non sappiamo nulla”. Loredana De Petris (Verdi) ricorda: “Sono gli stessi protocolli che il no dell’allora ministro dell’ambiente, Pecoraro Scanio, ha bloccato nel giugno 2007. Ora il ministro dell’ambiente ha dato il via libera, con una nota del 25 agosto scorso”.

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