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Italia Oggi

Fregoni: riclassificare i vini come in Borgogna. Sul terroir ... Cru e terroir per una nuova classificazione dei vini italiani. La proposta, rivoluzionaria per l’enologia italiana, è di Mario Fregoni, presidente onorario dell’Oiv, l’Organisation internationale de la vigne et du vin. “E’ auspica bile una nuova classificazione dei terroir nell’ambito delle Denominazioni di origine dei vini italiani sul modello della Borgogna”, spiega. “Si tratterebbe di una rivoluzione del sistema delle classificazioni dei nostri vini immediatamente fattibile dal momento che la legislazione attuale già lo consente”. Il modello della Borgogna, dove i terroir sono classificati in quattro categorie ben distinte (Grand Cru, Premiere Cru, Comune e Regione-Borgogna), sarebbe replicabili dunque, anche in Italia.
“Si tratta di una classificazione di tipo gerarchico in funzione della storia, della qualità e della geologia del terroir. Significa dare uno sviluppo piramidale alle denominazioni italiane e alle produzioni vinicole presenti”. E sul dilemma fra vitigno e terroir Fregoni ha le idee chiare. “In Italia si utilizzano troppi uvaggi per lo stesso vino” sostiene, “mentre andrebbe valorizzato di più il territorio. L’importante è, invece, che si faccia chiarezza nei confronti del consumatore, ovvero quello che l’etichetta del vino evidenzia deve rispettare il contenuto della bottiglia”. Il modello francese, o meglio il modello Borgogna, non solo è applicabile anche in Italia, dove tuttavia con la classificazione sul modello Cru non si sarebbero evitati i problemi che hanno riguardato Montalcino “perché la ridefinizione delle Denominazioni di origine riguarda solo i terreni e non i vitigni”. Ma la nuova ottica può servire per rilanciare il Brunello. “Questa soluzione può risollevare la crisi di Montalcino”, dice Fregoni, “darebbe prestigio a produzioni che oggi sembrano appiattite su un’unica qualità”. “Ma è un modello valido per tutte le Denominazioni italiane, specie quelle monovitigno”.

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