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Italia Oggi

Uve in ribasso per il caro bottiglia ... Le aziende di vini intervistate da Italia Oggi vedono come unica soluzione la riduzione dei costi. Forte aumento del prezzo del vetro. E’ calo della spesa vinicola... Nubi all’orizzonte per i viticoltori italiani. Le quotazioni dell’uva in previsione della prossima vendemmia potrebbero essere inferiori (anche sensibilmente inferiori) rispetto a quelle di quest’anno. Due aziende vinicole su tre, fra quelle interpellate in questi giorni da Italia Oggi, ossia Azienda vinicola Caldirola, Cavit e Cevico, a fronte di un’ulteriore richiesta d’aumento dei prezzi delle bottiglie da parte delle vetrerie, non vedono al momento altra soluzione che quella di prepararsi a limitare ulteriormente i costi, andando a incidere anche sulla spesa per l’acquisto dell’uva, dei mosti e del vino. Delle tre aziende, infatti, soltanto Cavit dichiara di non essere preoccupata per il caro vetro, convinta che sia frutto di una crisi momentanea. Al di fuori dell’isola felice trentina, però, le valutazioni appaiono ben diverse.
“Da un’analisi dei costi delle vetrerie basata su dati Assovetro”, dichiara Michele Radaelli, amministratore delegato di Azienda vinicola Caldirola, “abbiamo desunto che soltanto un terzo dell’aumento del 9% pagato per le bottiglie lo scorso anno era motivato da effettivi maggiori costi di produzione. Imperterrito uno dei nostri fornitori ieri ci ha chiesto un ulteriore aumento del 7%”. Aumento che in buona parte l’azienda lombarda (85 milioni di bottiglie commercializzate l’anno), e come le molte aziende vinicole di dimensioni medio grandi, sarà costretta ad accettare. La concentrazione nel settore vetrario è d’altronde ormai così spinta (il grosso della produzione è in mano a due multinazionali: Saint Gobain e 0-I) che cambiare fornitore non è semplice.
Né è attuabile una virata nella tipologia di packaging. “Stiamo valutando una bottiglia in plastica così rigida nel formato da 0,75 che sembra di vetro”, prosegue Radaelli. “Ha però il difetto di avere una scadenza, cosa che con il vino si sposa poco”. “Non potendo rialzare i prezzi al consumo oltre il 2-3% e avendo già attuato negli anni scorsi una politica di controllo dei costi”, anticipa Lauro Giovannini, responsabile commerciale e produzione di Cevico, “per mitigare l’aggravio di spesa per le bottiglie, cercheremo di incrementare le vendite come siamo riusciti a fare nell’esercizio 2007-2008, che chiuderemo con 8-10 milioni di euro in più rispetto agli 81,5 del precedente. Ciononostante penso saremo costretti a ridurre di 20-30% la remunerazione ai soci conferitori delle uve da vino confezionato”.

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