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Italia Oggi

Fabbricati rurali, è bagarre sull’Ici ... Agricoltori in pressing per lo stop. I comuni intanto battono cassa. Il ministro delle politiche agricole, Zaia, chiede un confronto con Tremonti. Confagri annuncia proteste... Era il 25 ottobre scorso quanto, dopo aver incassato il via libera della commissione agricoltura al senato, gli emendamenti di maggioranza che puntavano a cancellare l’Ici su fabbricati rurali e ad eliminare gli edifici di campagna dal calcolo dell’imponibile venivano dichiarati “improcedibili” dalla commissione bilancio di palazzo Madama, che, così, ne bloccava l’approvazione da parte dell’aula. Si trattava di emendamenti al ddl di conversione del decreto legge 171/2008, quello sulla competitività dell’agroalimentare, poi convertito nella legge 205/2008. Un provvedimento che, tra l’altro, ha subito un repentino colpo di spunga su alcune misure a sostegno del settore, ancor prima che queste, già approvate, entrassero in vigore. Tornando però agli emendamenti sull’ici cancellati, questi puntavano a non far pi gravare l’imposta comunale sui fabbricati rurali e a sottrarre gli edifici di campagna dalla formazione dell’imponibile. Considerando il loro valore già incluso nel reddito dominicale dei terreni su cui gli stessi edifici insistono. Lo stop non piacque al sottosegretario alle politiche agricole, Antonio Buonfiglio, che annunciò a stretto giro di posta “un provvedimento (del governo, ndr)”. Da allora nulla è successo, salvo che, due giorni fa, il ministro alle politiche agricole, Luca Zaia, nel corso di una audizione alla Camera, ha detto di voler “aprire un tavolo di confronto con gli altri componenti del governo e in particolare col ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per risolvere alla radice la questione”. Intanto, le associazioni imprenditoriali sono già tornate sul piede di guerra. Nel 2009, il primo a risollevare il problema è stato il presidente della Cia, Giuseppe Politi, secondo cui “sulla vicenda Ici e fabbricati rurali il governo sta disattendendo gli impegni assunti nei confronti degli agricoltori, a cui i comuni stanno notificando avvisi di accertamento per richiedere il pagamento dell’imposta degli ultimi cinque anni”. Per Politi si tratta “di un’imposizione arbitraria che colpisce in modo ingiustificato e indiscriminato tutti gli agricoltori possessori di fabbricati rurali che in questi anni hanno provveduto al pagamento Ici sui propri fabbricati mediante la tassazione del valore dei terreni agricoli”. Poi è stata la volta della giunta di Confagricoltura e del suo presidente, Federico Vecchioni, che nei giorni scorsi ha ripetutamente chiesto al governo e al ministro Zaia di intervenire. Anche Confagri ha posto l’accento sulle azioni di recupero avviate da di- versi comuni (in Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Puglia), “in palese lesione dei principi di buona fede e legittimo affidamento dei contribuenti”. Non solo. Confagri ha preannunciato anche “azioni di protesta da intraprendere a tutela degli interessi delle imprese associate; fino alla mobilitazione della categoria”. Infine, ieri è toccato al presidente Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni: “Occorre agire rapidamente perché il problema è sul tappeto già da mesi e il Parlamento non ha approvato finora alcun emendamento di quelli presentati da deputati e senatori al fine di riportare la serenità nel mondo agricolo", ha detto. “E deve essere chiaro che l’esenzione Ici andrà applicata sia per i produttori singoli sia per le cooperative agricole”.


Le norme approvate e subito dopo cancellate

- L’articolo uno del decreto legge 171/2008 per il rilancio competitivo dell’agroalimentare (convertito nella legge 205, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2008) contiene disposizioni in materia di promozione del settore agroalimentare all’estero, ampliando la platea del soggetti che potranno beneficiare del credito d’imposta. La norma stabilisce che le risorse da destinare a sostegno di tale misura sono: 40 milioni di euro per il 2008 e 41 milioni di euro per l’anno 2009.

- Il decreto milleproroghe (decreto legge 207/2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31.12.2008) ha invece riportato la misura al budget originario, previsto dalla norma istitutiva del credito d’imposta: legge 296/2006 (la finanziaria 2007). E cioè 40 mln di euro per il 2008 e 40 mln per il 2009.

- Sempre la legge di conversione sul decreto per la competitività agroalimentare, all articolo 4-septiesdecies, ha fornito una interpretazione autentica dell’articolo 2, comma 506, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in materia di contenziosi con l’Inps. In sostanza, ha avviato la rateizzazione dei contributi previdenziali arretrati, stanziando due mln di euro, per favorire la chiusura del contenzioso tra l’Inps e le piccole cooperative, specie agricolo-forestali.

- Anche qui è intervenuta la mannaja del milleproroghe, che ha dato un colpo di spugna alla norma, cancellando per il momento ogni possibilità di rientro.

- Infine, sempre al decreto legge 171/2008 l’articolo 4-quater disponeva norme in materia di canoni concessori per le attività di pesca e acquicoltura, estendendone l’applicazione anche alle concessioni di aree del demanio marittimo e del mare territoriale rilasciate alle imprese che esercitano attività di piscicoltura, molluschicoltura, crostaceicoltura, alghicoltura, nonchè per la realizzazione di opere per conferimento, mantenimento, depurazione, trasformazione e prima commercializzazione del prodotto allevato dalle stesse imprese.

- Anche qui il milleproroghe è intervenuto cassando l’intero articolo.

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