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Italia Oggi

E l’Italia vinicola fa gola alle banche ... Intesa San Paolo ad Alba: il settore va bene... E
l’Italia è sempre seconda rispetto alla Francia nell’export dei vini, ma non se la cava male. Nonostante la crisi internazionale, il settore agroalimentare italiano (e quindi anche i vini) è quello che, al momento, subirebbe di meno gli effetti della recessione. Nelle esportazioni continuano ad andare bene i vini di qualità mentre continua l’escalation degli spumanti. Nel settore “bollicine” l’Italia è seconda solo alla Francia. Questo il trend che rileva Intesa San Paolo che ieri ad Alba si è presentata con un gruppo di dirigenti per spiegare ai viticoltori le nuove possibilità che offre a supporto delle loro presenti e future attività imprenditoriali. Tenendo conto che - sempre secondo Intesa San Paolo - in futuro occorrerà sempre puntare sulla qualità dei vini, su una sempre maggiore selezione di vitigni, l’utilizzo di nuove tecnologie supportate dal valore aggiunto rappresentato dall’enoturismo, l’Istituto offre la possibilità di assicurare i crediti, attivarsi tramite la società “Crediteform” per il recupero dell’Iva su fatture emesse all’estero per partecipare a fiere, convegni ed eventi promozionali e la ricerca, in collaborazione con la “Export Enterprise Sa”, di nuovi potenziali clienti ed importatori in 87 paesi del mondo. Intesa San Paolo ha avviato anche il “progetto Agricoltura”, similmente a quanto hanno fatto altri come il Monte dei Paschi di Siena, che per affrontare le sfide dell’internazionalizzazione (si pensi alla concorrenza dei vini extraeuropei) permette alle aziende di finanziare gli interventi necessari all’impianto dei vigneti, l’acquisto di terreni, macchinali e strutture informatiche e la vendita dei vini “En primeur”. Si tratta di servizi importanti, rileva Enrico Bollini, coordinatore regionale dello sportello “Regione Sprint” l’ente cui sono associati la stessa Intesa San Paolo, alcune Casse di risparmio piemontesi e altri enti che “Intesa” ha attivato a fronte di una situazione che a riguardo delle aziende vinicole all’Istituto appare in difficoltà anche se non ci sarebbe da disperare. E’ però anche vero che, secondo altre opinioni, a zoppicare veramente ci sono non pochi viticoltori specie quelli che hanno contratto mutui per costruire, ad esempio, nuove cantine correndo dietro il mito del grande “business”. Resta inoltre attuale l’eventualità dell’intervento con i “Private equity” di società costituite dalle banche disposte ad entrare nel capitale delle aziende ma solo in quelle in buone condizioni economiche.

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