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Italia Oggi

Vini campani senza bussola ... Mastroberardino: non c’è una politica di marketing... Dagli esperti la Campania è considerata una regione con vini eccellenti. Ma, parola di Lucio Mastroberardino, “non hanno la giusta immagine che meritano, ne una adeguata politica di marketing”. Di più. Il noto produttore di vino campano spiega che: “La superficie vitivinicola interessa soprattutto la provincia di Avellino che ha tre docg - il Taurasi, l’Aglianico e il Greco di Tufo - parte del Casertano, ma su una produzione totale di 1,8 milioni di ettolitri (che, oltretutto non è in grado di soddisfare i consumi locali) almeno il 70% è commercializzato come anonimo vino da tavola, sfuso, privo di identità e senza la possibilità di generare reddito e profitto adeguato necessario per reinvestire”. Nel corso dei recenti “Stati generali dei vini” svoltisi ad Avellino per iniziativa anche della regione sono state annunciate alcune iniziative promozionali tra cui l’avvio del progetto “Le vie del vino in Irpinia” o la nascita dell’Università del Gusto a Taurasi in collaborazione con Slow Food. Nessun cenno è stato fatto però alla preannunciata “Cabina di Regia”, costituita lo scorso autunno e formata da 23 aziende e da rappresentanti delle istituzioni con lo scopo di creare un’unica struttura operativa nel settore della comunicazione del marketing. In sostanza, la realtà sembra diversa da quella che ufficialmente viene rappresentata. Così, da Montefusco, nell’Avellinese, si alza il grido di dolore di una delle aziende più note, la Terredora di Paolo e Lucio Mastroberardino, che rivoltano come un calzino i problemi dell’enologia regionale la cui organizzazione non è, secondo i due produttori, quella che deve corrispondere ad un prodotto di qualità. In particolare, Lucio Mastroberardino, in una lettera inviata a ItaliaOggi, denuncia le iniziative promozionali frammentarie e occasionali, la mancanza di sufficienti conoscenze per avviare una seria politica di marketing e quindi un sostanziale spreco di risorse con il risultato, chiosa, che “Se domani dal mercato mondiale scomparissero il Taurasi e l’Aglianico, il Greco o la Falanghina nessuno se ne accorgerebbe. Nonostante, avverte, “già negli anni 70 le aziende più qualificate - compresa quella di Piero Mastroberardino - avessero puntato sullo sviluppo dei vitigni autoctoni mentre in altre regioni ci si apprestava a optare per gli internazionali”. Lucio Mastroberardino torna poi sulla questione della “Cabina di Regia” e a chiare lettere denuncia la “forte pressione attuata per contrastare l’adozione della delibera dell’assessorato (all’agricoltura, ndr) attuativa dell’articolo dieci della legge finanziaria regionale, che la rendeva operativa”.

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