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Italia Oggi

Il Bianco che cambia nome e si tinge di rosso ... con l’ingresso della tipologia rosso, il “Bianco Valdinievole” amplia la base ampelogarafica e cambia nome. La modifica della Doc toscana, richiesta dalle tre organizzazioni sindacali di Pistoia (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) e approvata giovedì scorso dal Comitato Nazionale Vini, stravolge la precedente disciplina di produzione, affiancando ai tradizionali “bianco” e “Vin Santo” previste nell’attuale disciplinare, quattro nuove tipologie: “bianco superiore”, Crosso”, “rosso superiore”, “sangiovese”. In conseguenza, di ciò, mutano alcuni aspetti strettamente legati alle produzioni come la base ampelografica, il numero di ceppi per ettaro, le rese e le regole per la vinificazione, ma anche altre condizioni comuni, non previste nel disciplinare in vigore quali: l’introduzione del termine “vigna” e delle indicazioni toponomastiche e la specificazione dei volumi nominali dei recipienti e dei metodi e materiale per la tappatura. Per quanto riguarda la base di produzione della tipologia rosso questa sarà costituita da Sangiovese, Cannaiolo e vini a bacca rossa tipici toscani in percentuali variabili per la varietà superiore ( 70% per la combinazione Sangiovese e Cannaiolo e 30% per gli altri) o rosso (85% per i primi e 15% per i vini toscani a bacca rossa). Per quanto riguarda, invece, le operazioni di vinificazione, in congruenza dell’ampliamento della base ampelografica viene modificata la delimitazione della zona di imbottigliamento, le pratiche di arricchimento, viene introdotta la pratica del “governo all’uso toscano”, vengono ammessi metodi di idratazione delle uve destinate a produrre la tipologia “Vin Santo”, vengono inseriti i valori relativi alla resa uva/vino (e conseguentemente viene aggiornato il rapporto ettolitri per ettaro), viene differenziato il periodo di immissione al consumo a seconda delle tipologie previste.

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