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Italia Oggi

De Castro: nessuno tocchi la Pac ... Politica Ue ma cofinanziamento possibile. Il lattiero va rifondato... L’ex ministro alle politiche agricole eletto presidente della commissione agricoltura all’Europarlamento... e Castro d’Europa lancia già la sfida: nuovi strumenti per stabilizzare il mercato lattiero-caseario e, in futuro, un no secco a ogni sirena di rinazionalizzazione della politica agricola comune. Magari ricorrendo alla carta del cofinanziamento, così da far tirare il fiato agli stati che più contribuiscono al bilancio comunitario. E, al contempo, lasciare inalterata l’entità degli aiuti agli agricoltori. Ieri, l’ex ministro alle politiche agricole del governo Prodi, Paolo De Castro, è stato eletto a Bruxelles, per acclamazione, presidente della commissione agricoltura dell’Europarlamento. La nomina era prevista da accordi fra i principali gruppi politici dell’assemblea di Strasburgo, ma per l’Italia si tratta di una conquista non da poco. Visto che, dopo l’entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona, per la prima volta il parlamento europeo avrà poteri di codecisione in materia di politica agricola comune (Pac). Del resto, il comparto agricolo è strategico, anzi fondativo, per l’Unione. Nonostante ciò, nei prossimi mesi la sua centralità sarà messa in discussio nell’ambito dell’approazione del bilancio pluriennale comunitario (prospettive finanziarie). Che potrebbe toccare da vicino proprio la Pac, con una sforbiciata alla (tradizionalmente ampia) quota di bilancio dedicata al primario. Così, De Castro racconta le sfide che lo attendono e incassa gli auguri del ministro alle politiche agricole italiano, Luca Zaia.

Domanda. I cardini del suo mandato?

Risposta. C’è un fatto politico rilevante: dal due ottobre prossimo, con l’avvio della codecisione, questa commissione avrà lo stesso potere del consiglio Uè. È una grande responsabilità, specie in una legislatura, che dovrà decidere le future prospettive finanziarie dell’Unione. Dobbiamo spiegare che la Pac serve a tutti i cittadini europei, non solo ai dieci mln di agricoltori Ue. Da settembre presenteremo nelle più importanti capitali le ragioni del perché i cittadini hanno bisogno della Pac. Di sostenibilità ambientale, benessere animale, contenimento degli effetti climatici e sicurezza alimentare. I quattro pilastri per la produzione di beni pubblici, che l’agricoltura può garantire ai cittadini, solo attraverso una politica agricola comune. Il mercato libero, da solo, darebbe attenzione all’interesse privato e basta.

D. Avrà come compagno di viaggio, in qualità di vicepresidente della commissione agricoltura, José Bove, l’agricoltore francese
famoso per la sua battaglia contro gli ogm. Le vostre posizioni non sono proprio coincidenti...

R Ho già avuto colloqui con lui, in commissione. Abbiamo identità di vedute sul futuro della Pac. La sensibilità di Bove verso i paysans francesi e i temi agricoli di suo interesse non saranno certo un ostacolo alla costruzione di una posizione comune che salvi la Pac da chi vuole demolirla. Penso a importanti quotidiani, in particolare britannici, che ancora oggi accusano la politica agricola Ue di tenere alti i prezzi. Non sanno che, dopo le recenti riforme della Pac, non è più così. Dobbiamo spiegare meglio la politica agricola europea. E dobbiamo far valere le istanze dei tenitori, usando la forza parlamentare che la codecisione ci da.

D. E riuscirà a coniugare le esigenze dei paesi del Nord Europa, dediti a un’agricoltura più intensiva, con le strategie di paesi come l’Italia, più orientate alla qualità?

R. Con i rappresentanti dei paesi del Nord Europa ho fatto un negoziato che ci vide affiancati, nel gruppo di Londra. I rapporti sono buoni. Aspetto con interesse l’incontro col ministro dell’agricoltura svedese, per stilare l’agenda futura. Ma non credo all’ipotesi di un phasing out dalla Pac.

D. Cioè, non teme che in Europa possa sorgere un vento di rinazionalizzazione della politica agricola?

R. Potrebbe esserci spazio per il cofinanziamento della Pac, ma spero che non si vada a rinazionalizzare la politica agricola. Il cofinanziamento, comunque, potrebbe essere utile. Aiuterebbe i paesi forti, i cosiddetti contributori netti. E, nel contempo, consentirebbe di mantenere inalterati gli aiuti. Ma su questo ci confronteremo in primavera. Stiamo anticipando i tempi..

D. Ora però è tempo di latte. Il prezzo è ai minimi termini. La commissione Ue ha proposto interventi su latte in polvere e burro. L’Italia ha detto no e oggi gli agricoltori Coldiretti e il ministro Zaia protestano al Brennero. Cosa ne pensa?

R. Questo punto domani (oggi, ndr) è all’ordine del giorno in parlamento Ue. La commissione Ue vuoi posticipare l’aiuto a latte in polvere e burro. Io credo, ma qui parlo solo a titolo personale, che questa misura non sia sufficiente. Non può esserlo. In commissione prenderemo l’iniziativa, affinchè si studino nuove ipotesi di intervento, che diano sostegno agli agricoltori, colpiti da un prezzo eccessivamente al ribasso. Però va detto con chiarezza, l’altalena dei prezzi del latte non è colpa della Pac. Oggi è necessario progettare nuovi strumenti che consentano di avere un mercato più stabile, visto che con il decoupling la variabilità dei prezzi si è fortemente accresciuta.

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