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Italia Oggi

Valli Ossolane Doc ... Il “Valli Ossolane” diventa Doc. Placet del Comitato nazionale vini per il riconoscimento di questa nuova denominazione d’origine piemontese che annovera 4 tipologie fra rossi e bianchi. Fra le particolarità, la denominazione prevede di riservare alla produzione “Valli Ossolane” il “Prunent” che è il locale sinonimo del vitigno Nebbiolo, il cui uso è storicamente accertato da una pergamena risalente all’anno 1309 e che la regione sta provvedendo a trasmettere con la relativa documentazione, ai fini dell’inserimento nella lista della varietà di vite. La denominazione di origine controllata “Valli Ossolane” è riservata ai vini “Valli Ossolane”: Rosso, Nebbiolo o Prunent, Nebbiolo Superiore o Prunent Superiore e Bianco. Per quanto riguarda la composizione ampelografica, il bianco prevede l’utilizzo dello Chardonnay per almeno il 60%, il rosso, invece, il Nebbiolo, Croatina o Merlot per almeno il 60% da soli o congiuntamente, mentre, per la varietà superiore, è previsto il ricorso a questi uvaggi sino all’85%. La zona di produzione dei vini sarà quella ricompresa in 18 comuni piemontesi e precisamente: Beura, Cardezza, Bognanco, Crevoladossola, Crodo, Domodossola, Masera, Montecreste, Piedimulera, Pieve, Vergonte, Premosello, Ornavasso, Trontano, Viganella, Villadossola, Vogogna. La resa di uva per ettaro varia da 8 a 7 tonnellate (per la varietà superiore), mentre il titolo alcoolometrico va da un minimo di 10,50% vol. a un massimo di 11% vol. Tali rese vanno rispettate anche nelle annate favorevoli, riportando i quantitativi delle uve nei limiti di cui sopra con una discrepanza non superiore al 20% dei limiti medesimi.

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