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Italia Oggi

Eroi della vite battono cassa ... Aiuti ai viticoltori di montagna e delle piccole isole... I produttori riuniti nel Cervim incontrano il ministro Luca Zaia, a Pantelleria... Chiedono aiuti e tutele per poter proseguire la viticoltura in zone di alta montagna e nelle piccole isole dove ci sono evidenti difficoltà strutturali. Sono i produttori riuniti nel Cervim, che si sono dati appuntamento a Pantelleria per discutere su “La viticoltura eroica di montagna e delle isole minori, una risorsa per la creazione di reddito e per la tutela del paesaggio”, iniziativa cui ha partecipato il ministro per le politiche agricole Luca Zaia. Secondo le stime del Cervim, il Centro di ricerche, studi e valorizzazione per la viticoltura montana, la viticoltura eroica copre il 7-8% degli ettari complessivamente vitati, corrispondenti ad oltre 50 mila in valore assoluto, su un totale in Italia di quasi 682.000 ettari censiti da Agea nello schedario viticolo. È particolarmente viva in alcune regioni, come la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e la Liguria e occupa ben 200 mila addetti (escluso l’indotto). “Le nostre aziende, così come tutte le imprese che operano nei territori disagiati”, ha spiegato Antonio Rallo, dell’azienda siciliana Donnafugata che a Pantelleria ha 68 ettari di vigneti a zibibbo, “chiede al Ministro di ricevere maggior attenzione sul piano della promozione sui mercati esteri. Siamo agricoltori che fanno questo lavoro per passione e amore del territorio ma anche, naturalmente per ottenere un reddito adeguato”. Infatti, come ha spiegato il presidente del Cervim, Francois Stévénin, “abbiamo il problema di essere come riconosciuti a vari livelli, tra cui in sede di Ue, ma anche di essere conosciuti”. L’esigenza degli operatori non è solo quella di preservare il capitale fisico dei vigneti svantaggiati, ma di tutelare e garantire la sopravvivenza del capitale umano delle famiglie che gestiscono le cantine e i filari, e di aumentare il capitale sociale ed economico della viticoltura eroica, e quindi il suo valore di mercato nell’ambito di un settore inserito nel mercato globale. Il rischio di cessazione è molto alto, visto che a fronte delle 100/150 ore l’anno di lavoro per ettaro necessarie in media per la conduzione di attività produttive in agricoltura intensiva, nei territori svantaggiati si raggiungono punte di 1.500/2.000 ore. Come ha spiegato Costantino Charrére dell’azienda valdostana Led Cretes “io sono prima di tutto un imprenditore. Non voglio essere ricordato come un eroe, ma come una persona che dà lavoro e crea reddito. Chiediamo che sia riconosciuto il nostro ruolo di gestori dell’ambiente”. E il Governo ha assicurato che farà la sua parte. “La vitivinicoltura eroica non è soltanto un segmento produttivo di rilievo per la qualità dei prodotti e per la fama di cui essi godono a livello internazionale”, ha affermato il ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, “è essenziale quale elemento di conservazione della cultura, della storia e delle tradizioni locali e per il ruolo fondamentale che essa ha nella gestione dell’assetto territeriale, ambientale e del paesaggio. Difendere e sostenere questo tipo di vitivinicoltura significa garantire una fonte di reddito a tantissime fiimiglie in realtà ambientali che, per le loro caratteristiche strutturali, sono esposte ad un elevato rischio di depauperamento e abbandono”, Alcune risposte strutturali vengono dai Psr gestiti dalle Regioni e dal Piano in applicazione della nuova Ocm vitivinicola. “Abbiamo avuto l’occasione”, ha concluso Zaia, “di ribadire quanto siano importanti per noi le realtà locali, le coltivazioni tradizionali, le produzioni eroiche che caratterizzano la nostra agricoltura e l’agroalimentare italiano e che, oltre ad un importante settore dell’economia nazionale, costituiscono un patrimonio insostituibile: la nostra memoria”.

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