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Italia Oggi

Cibo volàno dell’economia ... Nel popolo dei foodies 250 mila new entry l’anno... Mangiare e bere bene non è solo un vezzo da bon vivant, ma ormai è riconosciuto essere un enorme volano per l’economia. Se si pensa che sono circa 4,5 milioni gli italiani (il 9,8% della popolazione), che sono disposti a spostarsi da un capo all’altro dell’Italia alla ricerca del buon cibo e del buon vino, e che sono desiderosi di scegliere sempre il meglio, magari anche spendendo qualcosa di più nelle salumerie e nelle gastronomie piuttosto che nei supermercati, allora si capisce che il fenomeno, cosiddetto dei foodies, è qualcosa di più che una semplice moda, visto anche che il loro numero cresce a ritmi di 250 mila nuove persone ogni anno. Buona parte di questa fetta di popolazione si colloca in una fascia di reddito medio-alta e per almeno 5 giorni a settimana mangia almeno una volta fuori di casa, per lavoro o per diletto. Insomma, secondo quanto emerge da una ricerca condotta dall’istituto di ricerca Gpf per conto della l’azienda di salumi veronese Negroni, il popolo dei foodies rappresenta, per vitalità e dinamiche di crescita, uno di quei bacini di utenti cui le aziende guardano con enorme attenzione. E non è un caso che i risultati dell’indagine siano stati presentati a Santo Stefano di Sessanio, a pochi chilometri da L’Aquila, nei territori colpiti dal terremoto, che proprio in questi giorni stanno cominciando a vivere grazie ai maxi interventi di ricostruzione, che procedono spediti, ma anche alla riapertura di realtà economiche sul territorio, come due storici ristoranti aquilani - “Elodia” di Antonello Moscardi e “Vinalia” di Marzia Buzzanca, che proprio in queste ore hanno riaperto i battenti. Segnali di una ripresa che anche grazie al sostegno di aziende leader del settore agroalimentare, come Negroni appunto, pare ormai non impossibile da realizzare, anche richiamando sul territorio pezzi di questa generazione foodies di cui parla l’indagine di Gpf. Ma chi sono i foodies? L’identikit, secondo il rapporto Gpf/Negroni, è abbastanza chiaro. Si tratta di un italiano, per lo più di sesso maschile, di una fascia d’età oscillante tra i 25 e 54 anni, che vive in prevalenza nel Nord Italia (il 27% è nel Nord Ovest), e che appunto è alla continua ricerca di prodotti che gli garantiscano un giusto equilibrio tra qualità e prezzo (93,2%). Questi appassionati del buon cibo sono disposti a spendere di più per alcuni prodotti alimentari di alta qualità, badando meno (42% contro il 59,7% degli italiani) alla convenienza e al risparmio a tutti i costi. La spesa i “foodies” la fanno soprattutto al supermercato, ma sono anche grandi frequentatori dei negozi tradizionali di salumeria e gastronomia (29,7% contro 15,1%) e dei mercati rionali (21,8% contro 16,6%). Tra i prodotti verso i quali l’interesse a saperne di più su origine, sistemi produttivi e marca risulta molto maggiore tra i foodies rispetto al resto della compaiono il vino (con un differenziale di ben 10 punti percentuali) e i salumi (+8,7 punti percentuali). Nel sempre “di maggiore qualità”, filosofia seguita dal 95,9% dei foodies (e “solo” dal 5 1,8% degli italiani). Il turismo enogastronomico è molto gettonato dai “foodies” (86,2% contro il 60,5% degli italiani). Uno dei dati più interessanti però riguarda i meccanismi di scelta di questa fetta di popolazione. Tra le fonti citate espressamente dai foodies si trova infatti il “passaparola” (59%), i libri “di cucina e ricette” (45,9%) ma anche “internet” (40%, contro l’appena 22,7% dei non foodies). Seguito, ma a grande distanza, dalla televisione (27%). Sette foodies su dieci (contro appena il 33,2% dei non foodies) utilizzano frequentemente internet per visitare/consultare siti dedicati all’alimentazione, a vini, birra o altre bevande o per scegliere itinerari enogastronomici. Nella rete cercano soprattutto “informazioni” (58,5%), ricette (54,3%) ma anche locali e ristoranti per i propri pasti fuori casa (43,5%). Mentre l’11,3% partecipa a blog o a gruppi di discussione su temi inerenti al cibo o alla cucina, l’8,5% predilige invece i concorsi dedicati agli stessi argomenti.

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