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Italia Oggi

La crisi lancia i Wine funds come vero investimento alternativo ... Più complesse e profonde sono le crisi finanziarie, maggiori sono gli spazi di affermazione degli investimenti alternativi. Quando azioni e obbligazioni, più o meno tradizionali, subiscono perdite a doppia cifra come conseguenza della recessione, gli investitori possono orientarsi ad analizzare tipologie di titoli peculiari capaci di offrire un hedging effettivo all’andamento degli indici azionai! o addirittura un rendimento positivo. È il caso, per esempio, dei fondi di investimento specializzati nel settore vinicolo. Si tratta di intermediari che emettono quote garantite dalle bottiglie di vini pregiati posseduti dal fondo e che garantiscono il valore del certificato emesso. Solitamente investono solo nei vini dei grandi chateaux di Bordeaux quali Petrus, Cheval Blanc o Margaux anche se una parte del portafoglio può essere destinata a selezionati investimenti nelle grandi bottiglie di Borgogna, nei supertuscan o nei piemontesi più rinomati nel mondo.
Ma il vino è davvero un investimento alternativo alle azioni o alle obbligazioni? Secondo un recente studio di tre economisti dell’università del Wyoming, Lee W. Sanninga, Sherrill Shafferb e Jo Marie Sbarrati, “Bordeaux Wine as a Financial Investment”, i vini più rinomati di Francia
sono effettivamente un asset class utile per le politiche di diversificazione del portafoglio. Le bottiglie di vino pregiato, infatti, evidenziano una minima esposizione ai fattori di rischio del mercato finanziario agendo così da investimento anticiclico o di copertura dei tradizionali rischi. Inoltre lo studio ha dimostrato che il rendimento sui vini Bordeaux è positivo ed eccede il rendimento aggiustato per il rischio. Significa che il vino produce un suo rendimento specifico. Il miglior ritorno tra i 75 Bordeaux analizzati per rendimento mensile prodotto è stato offerto da un rosso del 1966 di Haut Brion con un risultato del 7,48%, mentre un Lafite Rotschild 1988 ha reso mensilmente il 3,18% e un Margaux 1985 il 2,72%.
Questi numeri spiegano perché negli ultimi tre anni sono nati diversi wine fund per approfittare della situazione come l’Arch Wine Fund di Londra, l’Elite Advisers Nobles Crus del Lussemburgo, il Vinum Fine Wine Fund di Guernsey.
Ma cosa determina il rendimento di un
wine fund? Al pari di un fondo specializzato in investimenti azionari il valore e il rendimento nel tempo di un fondo vinicolo sono correlati alla diversificazione di portafoglio fatta dal gestore. In pratica dalla capacità di scegliere le bottiglie e le annate più capaci di altre di produrre guadagni in conto capitale nel corso del tempo. Poiché il vino non distribuisce dividendi e ha un costo gestionale legato alla sua conservazione è ovvio che il guadagno per l’investitore risiede tutto nella rivalutazione, anno dopo anno, delle bottiglie selezionate e tenute in cantina. Ma nel vino, come nel caso dei fondi azionari, al margine la differenza la fanno anche le bottiglie meno blasonate. È presumibile, infatti, che tutti i fondi allochino una parte del patrimonio gestito comprando bottiglie super affermate e dal blasone mondiale come appunto quelle dei grandi castelli bordolesi. La rivalutazione del prezzo e del valore di queste bottiglie in qualche modo dovrebbe beneficiare senza distinzione tutti i fondi
vinicoli. Il differenziale nel rendimento sarà perciò prodotto dalle bottiglie meno decantate o battute alle aste londinesi o newyorchesi rappresentanti i produttori bordolesi meno status symbol, quelli di Borgogna o di altre regioni pregiate del mondo vinicolo internazionale.
Comunque sia stavolta la profondità della crisi finanziaria ha aperto una finestra strategica all’affermazione dei wine fund che da anni tentano di ritagliarsi uno spazio stabile nel business degli investimenti alternativi. Ma, quando le borse crescono senza troppe paure, proporre e affermare investimenti innovativi basati su beni originali è indiscutibilmente non facile. Gli investitori preferiscono stare sui titoli tradizionali. Quando i tassi reali si fanno negativi e la liquidità non rende più nulla mentre gli investimenti in azioni sono eccessivamente volatili, allora i fondi alternativi diventano una interessante classe di asset allocation. E per gli investitori più patrimonializzati una opportunità permanente di collocare una percentuale del proprio portafoglio in uno strumento come il vino davvero anticiclico. Durante le crisi, del resto, la fisicità di un bene rassicura tutti anche i risparmiatori disorientati.

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