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Italia Oggi

Lo Iasma spiega il vino ai brasiliani ... Consulenza all’università di Santa Caterina... La consulenza che ricercatori e tecnologi della Fonazione Edmund Mach-Iasma stanno fornendo ai colleghi brasiliani dell’Università federale dello stato di Santa Caterina e dell’Epagri, l’ente di consulenza e sperimentazione in agricoltura, può considerarsi come uno strumento in più per sostenere la domanda di vini italiani in questo paese. Allo stesso modo in cui in Argentina, Cile e Uruguay i vini francesi rappresentano la pietra di paragone della viticoltura locale, basata su vitigni dei nostri cugini d’oltralpe, la domanda di vini italiani beneficerà senz’altro della diffusione di una viticoltura basata su vitigni di vitis vinifera del Belpaese. “La collaborazione con le istituzioni dello stato di Santa Caterina”, spiega Marco Stefanini, responsabile della Piattaforma germoplasma del Centro ricerca e innovazione dello Iasma, “origina dal fatto che questa zona del Brasile ospita una consistente comunità d’origine trentina”. Partita nel 1999, la collaborazione ha portato nel 2004 all’impianto di vitigni italiani in diversi appezzamenti (1 ha in totale in fase sperimentale, sui 350 ha di viticoltura da uva fine dello stato) localizzati a 1.000-1.300 metri d’altitudine e alla prima microvinificazione a primavera 2009 (la seconda vendemmia è in atto). I vitigni risultati a oggi più performanti sono vermentino, montepulciano, teroldego e rebo, parlando di vini fermi, e prosecco e garganega quanto a basi spumante. “La diffusione dei vitigni italiani”, conclude Stefanini, “potrà concretizzarsi grazie all’entrata in operatività di un vivaio privato di piante madri sane certificate”.

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