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Italia Oggi

La Lega, in occasione dell’approvazione del nuovo Codice della strada, è entrata a gamba tesa per cercare di sterilizzare in aula le norme che puniscono coloro che, da ubriachi, si mettono al volante. Fra le attenuazioni normative chieste dalla Lega c’è la proposta che a coloro ai quali sarà tolta la patente perché colti al volante in stato di ebbrezza, sia ugualmente concesso l’uso della vettura per qualche ora al giorno con la scusa che ce l’hanno di bisogno per andare a lavorare. Ora, le norme contro coloro che guidano in stato di ubriachezza, se non vogliono ridursi a una presa in giro, debbono essere esemplari, almeno dal punto di vista del danno economico. Vuoi andare a lavorare con il tuo mezzo? È molto semplice, non guidare da ubriaco. Guidi da ubriaco? Arrangiati per spostarti senza auto. Pertanto, lungi dall’introdurre delle attenuanti nelle sanzioni, bisognerebbe invece cancellare il diritto di non vedersi sequestrare l’auto se questa non è di preprietà di chi la sta guidando in stato di ebbrezza mentre se chi guida ubriaco è al volante della sua auto gliela sequestrano immediatamente. Che senso ha questa agevolazione? Chi presta l’auto deve essere cosciente dei rischi che corre. E deve temerli. Quindi deve essere molto selettivo nel prestare la sua vettura. Ma, per promuovere questa prudenza, anche il proprietario che la dà a un irresponsabile deve subire anche lui le inevitabili conseguenze quando il beneficiario della sua benevolenza alzi troppo il gomito. Andando avanti con questa norma, infatti si dovrebbe concludere che l’ubriaco al volante è più pericoloso se guida la propria vettura (tant’è che se la vede sequestrare) e molto meno se guida l’auto di un altro (tant’è che l’auto, in questo caso, non può essere sequestrata). Un assurdo. Per capire che la Lega sta facendo autogol a voler sterilizzare le norme contro gli ubriachi al volante, è vero che molti suoi elettori amano l’alcol ma è anche vero che molti suoi elettori non vogliono essere arrotati da chi alza il gomito. Basta tener presente, a questo proposito, il caso, recentissimo, di Alessandro Bonelli, 30 anni, imprenditore di Melzo che, guidando una Bmw X5 pur avendo nel sangue più di tre volte il massimo consentito di alcol, ha tamponato e ucciso Alessio Peci, sua moglie Silvia e il piccolo Nikolas di 18 mesi (morto dopo 24 ore di agonia). Il Bonelli, oltretutto, era un recidivo perché, sempre per guida in stato di ebbrezza, aveva subito il ritiro della patente nel 2003 e poi, successivamente, per sei mesi. Insomma è un killer recidivo. La Lega lo lascerebbe andare a lavorare in auto? Lasciar guidare un’auto a un ubriaco è come dare un mitra carico in mano a un bambino.

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