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Italia Oggi

Il turismo enologico è da scoprire ... Nel gergo anglofobo è stato battezzato con il nome di wine tourism, termine che si riferisce al turismo legato al vino. Un modo cioè di fare il turista scoprendo le “bellezze” dell’enologia: paesaggi, castelli e residenze storiche, vitigni e bottiglie più o meno rare, cibo del territorio e prodotti tipici locali. Il turismo enologico negli ultimi anni ha preso piede e si è organizzato ben oltre le tradizionali visite e degustazioni organizzate in cantina. La ragione in qualche modo è semplice. Molti dei principali paesi produttori al mondo sono anche nazioni leader nel turismo internazionale come mete di destinazione: Francia, Italia, Australia, Spagna, Usa. Con l’aggiunta che le principali regioni vinicole sono esse stesse rinomate mete turistiche a prescindere dal vino. San Francisco negli Stati Uniti, Firenze in Italia, Melbourne in Australia, Bordeaux in Francia. L’accoppiata paese turistico leader - regione vinicola a livello mondiale ha sviluppato un’offerta originale di turismo enologico. I paesi più attrezzati, quelli che in qualche modo hanno fatto da pionieri, sono l’Australia e gli Usa. Napa Valley o la regione vinicola intorno ad Adelaide sono da anni proposte agli appassionati del vino con pacchetti di tour o visite per scoprire le molte cantine della regione e le loro specialità. In alcuni casi sono nate anche esperienze di cantine integrate nel loro ambiente in maniera così originale, che la visita enologica può essere abbinata a
quella in un parco naturale alla scoperta di animali, piante o paesaggi naturalistici esclusivi. Un modo per far convivere le esigenze dei genitori, verso la degustazione e la scoperta del vino, con quelle dei figli, per la natura. Del resto i produttori del nuovo mondo dispongono di molte risorse paesaggistiche uniche ed esse stesse un’attrazione turistica. Valorizzarle all’interno di un’esperienza di turismo enologico crea una proposta unica per un segmento specifico della clientela mondiale.
Diversa la situazione per il wine tourism nel Vecchio continente. Qui più spesso l’abbinata è tra
scoperta della storia e dell’arte e viaggio nei vitigni del territorio. Si può trattare dei castelli bordolesi oppure dei monumenti di Firenze o di Siena, oppure delle ville del Brenta, certamente il turista in questo caso è messo nella condizione di poter abbinare un viaggio enologico con delle visite culturali uniche e diversificate. Un wine tourism che può approfittare al meglio della possibilità di alloggiare nei molti agriturismi nati negli ultimi due decenni come base per le escursioni locali. Nel caso della Francia o dell’Italia la potenzialità offerta e messa a disposizione dei turisti è davvero peculiare, perché abbina la possibilità di visitare territori con una storia millenaria e ricchi di tradizioni enogastronomiche. In una fase non facile per il mercato vinicolo internazionale con un continuo eccesso di produzione che è destinata a perdurare vista la nuova capacità produttiva di nuovi paesi come la Cina, esplorare e consolidare nuove fonti di entrata economica è praticamente inevitabile per le imprese del settore. Il wine tourism può essere e diventare molto di più di una fonte ancillare di ricavi annui. Se ben organizzato e seguito può essere una voce di profitto stabile e anche utile per far crescere anche professionalità originali nel settore turistico, quindi per creare occupazione specialistica. All’estero il ruolo del settore pubblico è stato importante nell’organizzare l’offerta considerata la frammentazione usuale dei produttori di vino.

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