02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Il tappo a vite guadagna mercato ... Il sughero costa ed è anche scarso. La recessione, poi, ha imposto di ridurre i costi unitari di produzione per bottiglia di vino, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di fascia bassa. Senza contare gli aspetti più strettamente igienici legati alla migliore conservazione nel tempo del prodotto che un tappo a pressione meccanica garantisce. Tirate tutte le somme, si scopre che il mercato mondiale dei tappi a vite, screwtop in inglese, è cresciuto in maniera incredibile negli ultimi tempi. Tanto che oggi ben più di 2 miliardi di bottiglie di vino commercializzato nel mondo sono imbottigliate con tappi a vite. Se si pensa che erano soltanto trecento milioni nel 2003, si capisce subito quanto rapida sia stata la curva di crescita di questo tipo di soluzione.

Significa che dobbiamo prepararci a salutare per sempre i tradizionali tappi di sughero e abituarci a svitare le bottiglie di vino anziché stapparlo? Non necessariamente perché i tappi di sughero resteranno almeno nelle bottiglie premium e per quelle di fascia ancora più alta. Ma è indubitabile che nel nuovo mondo dei produttori di vino si è messo in moto un fenomeno che prima o poi produrrà effetti anche nella vecchia Europa. Oggi il 90% del vino neozelandese ha un tappo a vite, mentre Australia e California imbottigliano con screwtop oltre il 60% della produzione annua. Il consumatore del nuovo mondo si sta abituando a svitare la bottiglia divino per degustarlo e così anche i consumatori dei mercati nei quali i vini dei produttori emergenti hanno guadagnato penetrazione e quote di mercato. La familiarità con i tappi a vite, anno dopo anno, sta crescendo e con essa il livello di accettazione di tale forma di imbottigliamento a discapito del tradizionale tappo di sughero.

Va poi considerato che i tappi a vite sono delle chiusure migliori di quelle tradizionali in termini organolettici. I tappi a vite, infatti, proteggono molto meglio il vino da ogni possibile elemento
esterno alla bottiglia e non espongono il liquido al contatto prolungato con lo stesso tappo di sughero. In Francia, ad esempio, circa il 5% delle bottiglie con tappi di sughero sono non consumate ogni anno a causa del sapore di tappo o cause simili registrate al momento del consumo. Il vino con i tappi a vite, anche se meno estetici, si conserva meglio, più a lungo e non rischia di prendere nessun “sapore di tappo”. Se si considera che i tappi a vite costano anche meno per essere
prodotti, che non devono essere trasportati (il sughero è prodotto in poche località) che il processo di produzione è semplificato (salta la capsula sul tappo di sughero, per esempio) allora le argomentazioni economiche in favore dei tappi a vite iniziano a farsi interessanti.
Le analisi sui consumi, soprattutto di quelli americani, evidenziano come nei vini più economici i tappi a vite sono già stati pienamente accettati dai consumatori diventati totalmente indifferenti
al tipo di chiusura proposta dal produttore, Per loro conta quasi esclusivamente il prezzo del vino allo scaffale. Più difficile il discorso nel caso dei vini di fascia alta. Per queste bottiglie il tappo di sughero incarna anche una esperienza di consumo unica. Eliminarlo, insieme al suono prodotto dal sughero tirato via, significa togliere qualcosa alla bottiglia. Renderla meno interessante e ricercata. Fare previsioni in questo caso è davvero difficile anche se è più facile pensare che le grandi bottiglie conserveranno i tappi della loro tradizione secolare.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su