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Italia Oggi

Patto Australia - Ue, finto Marsala addio ... I produttori di Marsala non dovranno più temere la concorrenza dell’omonimo vino australiano. A partire dal settembre 2011, i winemaker del Nuovissimo mondo non potranno più usare alcune indicazioni geografiche care ai produttori del Vecchio continente, come Marsala, Sherry e Champagne. È questo uno degli effetti più evidenti del nuovo accordo, entrato in vigore mercoledì scorso, che disciplina il commercio del vino fra Unione europea e Australia. “L’accordo offre vantaggi a entrambe le parti firmatarie e rappresenta un risultato equilibrato per i produttori di vino europei e australiani””, ha dichiarato il commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos. “Un traguardo essenziale è costituito dall’impegno in base al quale i produttori vinicoli australiani rinunceranno progressivamente a usare indicatori geografici fondamentali ed espressioni tradizionali utilizzati per i vini dell’Ue””, ha aggiunto. I contenuti. Per alcune denominazioni è stato concordato un periodo di transizione. A partire dal prossimo settembre, i produttori australiani non potranno più usare certe indicazioni geografiche europee: Borgogna, Borgogna bianco, Chablis, Champagne, Graves,Manzanilla, Marsala, Moselle, Porto, Sauterne, Sherry. Lo stesso discorso vale per alcune espressioni tradizionali: Amontillado, Auslese, Claret , Fino, Oloroso e Spätlese. Nel frattempo, però, l’intesa prevede già la protezione di altre indicazioni geografiche tipiche di alcune regioni dei paesi europei. “Questo accordo rappresenta un miglioramento importante per la protezione delle indicazioni geografiche, perché porta un grande paese produttore di vini come l’Australia a riconoscere tutte le indicazioni geografiche dei vini europei, a fermare tutte le rimanenti usurpazioni entro un anno, e a riconoscere il principio e parte delle espressioni tradizionali”, ha chiosato Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Comitato europeo delle imprese vitivinicole (Ceev), che raggruppa 24 organizzazioni nazionali e rappresenta più di 7 mila aziende del settore. Anche la controparte si è detta soddisfatta dell’intesa raggiunta nel dicembre 2008 ed entrata in vigore pochi giorni fa. “Ci sono notevoli vantaggi per i produttori e gli esportatori australiani in questo accordo, dato che ora le tecniche australiane per produrre vino saranno accettate”, ha comunicato in una nota l’Australian Wine and Brandy Corporation, l’autorità di controllo creata nel 1981 per favorire lo sviluppo del settore vinicolo australiano. Inoltre, l’Ue ha semplificato le regole di etichettatura per i vini australiani venduti nel Vecchio continente. Secondo i dati della Commissione Ue, nel periodo 2009-10 i paesi europei hanno importato vino australiano per circa 523 mln di euro. Al primo posto tra gli importatori spiccano: Regno Unito (63%), Olanda (8%) e Germania (7%). Nello stesso periodo, gli stati Ue hanno esportato vino in Australia per circa 73 mln di euro. La Francia guida la classifica dell’export con 46 mln di euro, seguita dall’Italia con 15 mln e dalla Spagna con 4 mln.

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