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Italia Oggi

Un vigneto più ecologico ... SOStain certifica le produzioni di vino sostenibili... Nuovo programma dell’Università Cattolica di Piacenza, con un logo dedicato... È previsto che decollerà a ottobre prossimo, con l’attivazione del sito internet www.able2sustain.com, il programma di sostenibilità a carattere volontario SOStain, messo a punto per conto della storica cantina siciliana Tasca d’Almerita da un gruppo di scienziati della facoltà d’agraria dell’università Cattolica del Sacro Cuore, coordinati dal ricercatore e docente universitario Ettore Capri. Un programma, che sembra destinato a dar vita a un’alleanza per la sostenibilità in vitivinicoltura (Asv), ossia un’associazione non profit, cui potranno aderire aziende vitivinicole intenzionate a implementare le pratiche green ed ethically correct raccomandate dal centro di ricerca accademico (Cra) dell’ateneo cattolico. “La domanda di sostenibilità dei prodotti si fa sempre più forte sia sui mercati internazionali che in quello domestico”, dichiara a ItaliaOggi Capri. “Di pari passo l’adozione di politiche ecocompatibili ed eticamente corrette sarà in futuro un discrimine per la concessione alle aziende di forme di sostegno da parte delle istituzioni nazionali, comunitarie e internazionali. SOStain intende armonizzare e affrontare in modo organico le scelte delle imprese agricole impegnate sul fronte della sostenibilità, accompagnandole in un percorso di miglioramento costante e graduale, anno dopo anno, del loro livello di sostenibilità”. Fulcro del programma SOStain sono le linee guida per una vitivinicoltura sostenibile, ossia una check-list delle circa 20 criticità e relative soluzioni per la gestione di otto risorse: acqua, suolo, aria, tecnologie, energia, risorse umane, economiche, naturali e territoriali. Due i requisiti per poter aderire all’alleanza e fregiarsi del marchio SOStain. Il primo è totalizzare un punteggio di 6/10, attestato dall’opportuna documentazione in ciascuna delle otto risorse al termine dell’autovalutazione condotta scorrendo la check list. La documentazione dovrà essere sempre consultabile per le verifiche di veridicità, da parte della società cui sarà affidata la gestione del marchio SOStain ed eventualmente anche da un ente di certificazione. Il secondo requisito è dimostrare di aver fatto dei progressi, seppure piccoli, anno dopo anno. “ In tema di gestione della risorsa acqua, per esempio”, precisa Capri, “l’azienda SOStain dovrà puntare a: minimizzarne perdite e consumi, sia in fase d’irrigazione, sia di lavorazioni in cantina; controllare la qualità dell’acqua impiegata in vigna e mantenerne la qualità; prevenire sia l’inquinamento puntiforme e diffuso dei corpi idrici che quello dovuto a detergenti e sanitizzanti usati in cantina, e così via”. Le aziende vitivinicole non sono comunque destinate a restare le uniche destinatarie del progetto SOStain. Capri e l’università Cattolica, stanno già pensando di mettere a punto programmi con analoga finalità, ma dai contenuti rimodulati per favorire la nascita d’alleanze per la sostenibiità fra risicoltori e coltivatori di pomodori; altre due eccellenze dell’agricoltura italiana, che potrebbero beneficiare di una certificazione green.

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