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Italia Oggi

Slow-Food nel futuro dell’ex cava … Oltre alla coltivazioni, produzione di energia e esposizioni… Progetto vincitore di Maria Irene Cardillo per la riconversione del sito Segariu in Sardegna… Riqualificazione ambientale e riuso di una cava dismessa a Segariu. Il paese sardo di Segariu (1.355 abitanti), nella regione del Medio Campidano, si adagia su una stretta valle, alla confluenza del Rio Pau con il Rio Lanessi. È noto per le sue case a corte, costruite in pietra e per due cave di inerti calcarei, con relative aziende di trasformazione. Oggi fa parte del Consorzio turistico “Sa Corona Arrubia”. L’amministrazione comunale ha indetto lo scorso anno questo concorso di idee, per programma- re la riqualificazione di una delle due cave, attualmente dismessa, nella località “Corongiu”, con l’obiettivo di mitigare, con sagomature dei fronti, piantumazioni e inerbimenti, i rischi idrogeologici derivanti dall’abbandono e di impostarne un possibile riutilizzo ricreativo e ricettivo. La gara si è da poco conclusa e è stata proclamata vincitrice Maria Irene Cardillo, architetto di Roma, di cui il progetto è stato apprezzato per il suo rapportarsi positivamente all’ambiente. Per procedere alla realizzazione, il comune intende cedere alcune aree e con il ricavato avviare la riqualificazione, che potrà essere eseguita in quattro fasi, con costi calcolati in oltre 10 milioni di euro. La progettista ha già conseguito vari riconoscimenti in seno a rassegne e concorsi; è consulente di Roma Metropolitane e della società Trasporti automobilistici, per la progettazione di nuove linee tranviarie; inoltre fa parte del Technical Team della Città dello sport a Tor Vergata, che sta realizzando il Palasport e la piscina olimpionica esterna. Nel presentare il suo progetto, ha spiegato che il paesaggio di cava può essere affascinante e evocativo, perché determinato da fattori peculiari, come la resistenza dei materiali cavati, le tecniche usate e la presenza di vene nel sottosuolo. In questo caso, l’aspetto che emerge è la grande panoramicità della cava di Segariu, in posizione strategica rispetto all’abitato ai suoi piedi. Così il compito del progettista è quello di condurre a qualità architettonica una riconversione, in chiave sia economica che produttiva. Il primo passo per il recupero è uno specifico piano di bonifica: gran parte dell’area deve essere lasciata alla coltivazione agricola (poiché questa è l’attività principale della regione), promuovendone la produzione e facendola divenire un presidio d’eccellenza, inserito nella rete “slow food” nazionale. Il progetto suddivide lo spazio di cava in cinque macro aree principali: area distribuzione-accesso, con parcheggi, belvedere, piccole unità ricettive; area di rinaturalizzazione paesaggistica, con un ampio bacino di fitodepurazione; area per la produzione di energia pulita con pannelli fotovoltaici, in silicio policristallino; area eventi, fiere, esposizioni temporanee, ombreggiata con un pergolato in legno e acciaio e con un edificio circolare completamente vetrate, in connessione con l’area archeologica, che ospita resti di capanne del periodo Neolitico; area agricolo - produttiva a terrazzamenti. I volumi di progetto sono stati pensati per mimetizzarsi con la natura: il vetro permette di osservare il panorama circostante; il legno si inserisce in maniera naturale nella riprogettazione e l’orografia, in alcuni casi, diventa parte integrante dell’oggetto architettonico, trasformandosi in parete per laboratori e officine.

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