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Italia Oggi

In alto i calici, ma all’italiana ... Federvini lancia il consumo responsabile... La via italiana al vino passa anche attraverso il consumo responsabile. Tanto da farne un modello di studio per poterlo poi esportare. “L’Italia ha una traduzione, una cultura del bere completamente diverso dagli altri paesi, specie quelli del Nord Europa. C’è educazione nel bere, non si parla di abuso. Per questo dobbiamo capitalizzare questi elementi che ci sono dati dalla dieta mediterranea che ha in sé il bere responsabile”. Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, ha partecipato al seminario che ha visto ieri e oggi i ricercatori italiani che si occupano degli studi sul vino e sull’alcol confrontarsi alla Certosa di Pontignano (Si) proprio sul tema del bere responsabile nella dieta mediterranea e nello stile di vita italiano. Un’iniziativa nata dalla sinergia tra il gruppo “Umberto Pallotta Vino e Salute”, Accademia italiana della vite e del vino, Accademia dei Georgofili, Università Cattolica di Campobasso e Università di Ancona e Siena, con il supporto dell’Enoteca di Siena e di Federvini. “Il modello italiano vede l’abitudine a bere durante tutta la settimana e non soltanto il sabato o il venerdì sera per sballarsi. Capita, con basse percentuali, tra i giovani di 14 anni, ma dove c’è una salda unione familiare, il fenomeno si evidenzia di meno”. “Quello che vogliamo dimostrare con questo convegno è che è giusto consumare l’alcol, al contrario di certi stupefacenti non è bene usarli perché fanno male”. Federvini rappresenta un settore che, nel 2010, ha raggiunto un fatturato di circa 10 miliardi di euro per circa 54 milioni di ettolitri prodotti. Di questi 24,84 milioni hanno costituito la quota di export.

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