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Italia Oggi

Mosca piazza un super dazio sui vini italiani, sui francesi no … Nuova imposizione fiscale russa sul vino italiano, doppia rispetto a quella prevista per Spagna e Francia. Un macigno, che rischia di bloccare le importazioni made in Italy nel paese ex sovietico. Eppure, alcuni diretti interessati (importatori russi, ndr) non ne sanno niente. “Per quanto riguarda i dazi, al momento le dichiarazioni che sono circolate in Italia non mi risultano confermate. La vera partita, oggi, è sul rinnovo delle licenze che potrebbero ridisegnare la mappa dell’introduzione e distribuzione del vino in Russia”, spiega a ItaliaOggi Dmitri Pinsky, titolare di Dp Trade, importatore dei maggiori top brand di vino italiano. “La situazione del mercato russo negli ultimi tempi è veramente rivoluzionaria soprattutto sul fronte del rinnovo delle licenze, che non sono state riconfermate a molti importatori. Una scelta, questa, dovuta alla volontà di valorizzare i principi di trasparenza nell’ambito dell’importazione di vino”. Tuttavia la notizia circolata nei giorni scorsi è che il servizio doganale federale della Russia (Fts), a partire dal 4 luglio, ha fissato per i vini italiani il livello del custom profile, valore minimo, a 3 dollari per litro, quindi circa 1,60 euro per le bottiglie da 0,75 litri e 2,12 euro per quella da un litro. Per i vini francesi e spagnoli, il valore è di 1,22 euro al litro e 0,80 euro per la bottiglia da 0,75 litri. Finora veniva applicata una tassa del 40% sui costi di produzione dichiarati dalle imprese, l’introduzione del custom profile comporterà un aumento del prezzo finale pari al 30%, contro un massimo del 12% per i vini francesi e spagnoli L’export di vino italiano in Russia è cresciuto del 66,9% in volume, 59,4% in valore, tra il 2009 e il 2010 e del 41,7% in volume e 91% in valore nel primo trimestre del 2011. Confagricoltura ritiene i nuovi dazi “insostenibili e discriminanti” e chiede al ministro Saverio Romano di “intervenire per porre rimedio”. Preoccupate anche Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital: “di certo farà perdere ai nostri vini importanti quote di mercato”.

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