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Italia Oggi

La Coda Lunga del vino tra crisi e hi-tech ... Probabilmente è difficile un altro settore industriale tanto frammentato e polverizzato dal lato dell’offerta come quello del vino. La numerosità delle etichette e dei produttori è massima e, in qualche modo, in contrapposizione con la logica del mercato che dalla concentrazione dell’offerta pensa di spuntare efficienza ed economie di scala. Ma il vino è un settore produttivo atipico, a metà strada tra l’agricoltura, della quale costituisce una evoluzione industriale, della moda o dei beni di lusso, per le bottiglie iconiche e di fascia alta, e del mercato di massa, il cosiddetto consumer good cioè il bene acquistato in maniera ripetuta e molto poco riflettuta giocando il prezzo un ruolo importante. pluralità di segmenti convive nel settore enologico e fa del vino un comparto davvero singolare, perché la singola azienda deve saper gestire le diverse dimensioni. Il risultato della polverizzazione dell’offerta fa del vino un settore unico anche per l’applicazione della cosiddetta teoria della Coda Lunga. Cosa dice la Coda Lunga? Semplicemente che, grazie alle nuove tecnologie che hanno reso senza costi la gestione e la sua ricerca, organizzare una offerta polverizzata cli un catalogo merceologico, musica o vino, è facile e poco costoso. Nello spazio digitale di acquisto, grazie alla Coda Lunga, il consumatore può ricercare il prodotto specifico che solo a lui e a pochi altri interessa e comprano, Ne deriva che senza l’effetto Coda Lunga una parte dei tanti prodotti offerti non potrebbe incontrare la domanda e cesserebbe cli essere prodotta o gestita. La Coda Lunga quindi offre un supporto alla polverizzazione atipica dell’offerta enologica: rende meno costoso e meno antieconomco mantenere in vita etichette prodotte in piccoli numeri e che interessano pochi clienti. La tecnologia mette anche i piccoli produttori cli vino nella condizione di raggiungere a costi contenuti i propri clienti potenziali. Quindi una spinta a conservare la specializzazione e l’autoctonicità. Peraltro l’evoluzione dei terminali quali i tablet e la SmarTV favoriscono ancora di più la diffusione dell’effetto Coda Lunga nel vino, perché la ricerca di una bottiglia ed il suo eventuale acquisto sono sicuramente più agevoli con una tavoletta che da un personal computer. Resta il fatto che la polverizzazione dell’offerta enologica deve fare i conti con la crisi economica. Il ciclo di bassa crescita suggerirebbe alle imprese di andare a ricercare ogni possibile recupero di redditività che la domanda stagnante mette a rischio. In un contesto deflativo il recupero di buona parte dei ricavi persi passa per la strettoia della ottimizzazione dei processi interni. Meno costi, quindi. Una sollecitazione che dovrebbe favorire anche la concentrazione dimensionale del settore vincolo, cioè processi di fusione o di acquisizione così da avere meno imprese ma di dimensioni medie maggiori. Significherebbe una Coda Lunga enologica un po’ meno lunga, anche se pur sempre unica. Mai come in questi anni l’ottimale management del vino è stato a cavallo tra ciclo dell’economia e ciclo della tecnologia. Prima o poi gli effetti industriali si inizieranno a vedere.

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