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Italia Oggi

I cinesi nei vigneto … Appetiti in Toscana. Il Dinghong Fund sbarca in Francia... Per investire puntano sul vitivinicolo ... In principio venne il tessile. Adesso le aziende agricole. L’interesse dei cinesi sembra essersi spostato verso il mondo agricolo italiano e per la prima volta si parla di acquisizione di una impresa vitivinicola da parte cli imprenditori della Cina. La richiesta è stata avanzata da un industriale che opera in settori commerciali diversificati. La trattativa, ancora allo stadio iniziale, viene seguita da una agenzia di intermediazione immobiliare fiorentina, la FirenzeChianti Immobiliare, ma il titolare preferisce non uscire per il momento allo scoperto. Non conosce ancora né il nome né il volto dell’acquirente, ma lavora su una proposta che gli è arrivata attraverso un’altra agenzia. Nella fase attuale sono state preparate le schede di possibili realtà che rispondono alle esigenze dell’imprenditore cinese. Il suo desiderio è quello di entrare in possesso di una azienda di medie dimensioni sulla costa della Toscana, nella zona di Bolgheri (Li) dove sono nati i superTuscan come Sassicaia e Ornellaia. La tenuta dovrà essere in grado di produrre 100-150 mila bottiglie all’anno e quindi dovrà avere circa 15 ettari di terreno a disposizione. Il vino prodotto non sarà commercializzato in Italia, ma sarà tutto quando venduto in Cina dall’imprenditore stesso.
Dopo l’acquisizione di terreni in Africa per la produzione di cereali e di recente in Bulgaria e nei paesi dell’Est dove nel carrello degli acquisti sono finiti anche vigneti e aziende agricole, è la prima volta che gli interessi cinesi guardano all’Italia. Si tratta, è vero, di una trattativa tutta da concretizzare, ma che è sintomatica dell’affinamento dell’interesse verso l’Italia, di una maggiore conoscenza delle opportunità che il vero made in Italy può offrire, in particolare il vino. A conferma dell’interesse crescente della Cina per l’enologia di qualità, nel Paese del Dragone è stato lanciato il primo fondo chiuso d’investimento in vini pregiati. Si tratta del Dinghong Fund, fondato da Ling Zhijun, manager del Pacific Asset Management di Shanghai, e ZhangYanzhi, della Jean-PierreMoueix. Il fondo punta a raccogliere 1 miliardo di yuan (156 milioni di dollari) da investire nelle vendemmie di due aree della Francia, Bordeaux e Burgundy. L’operazione partirà a fine settembre con una prima tranche di 200 milioni di yuan e il fondo è strutturato per il 40%
in future e il 60% in attuale. Le aspettative sono di un ritorno annuo del 15%. Secondo una indagine dell’International Wine and Spirits Researeh (IWSR), la Cina è oggi l’ottavo consumatore di vino al mondo in una classifica che nei primi cinque posti vede gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, l’Italia e l’Argentina. Secondo le previsioni del Dinghong Fund, nei prossimi cinque anni la Cina soppianterà la Francia al terzo posto mentre si prevede che in sette anni raggiunga il secondo posto dietro soltanto agli Usa. Oltre alla novità del Dinghong Fund, il governo di Shanghai ha in procinto di varare entro quest’anno la prima Borsa telematica ufficiale per lo scambio divino attraverso una piattaforma internet che mette in collegamento investitori e produttori selezionati.

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