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Italia Oggi

Wine blogger per vendere ... In Nord Europa spingono i consumi, in Italia no ... A Brescia la conferenza degli amatori. Ma i produttori ancora non si fidano ... To blog, or not to blog, that is
the question. Parafrasando Shakespeare, è questo il dubbio amletico che corre sotterraneo tra blogger del vino e produttori. Pulsioni, entusiasmi, delusioni, scetticismo sono sentimenti contrastanti, emersi chiaramente alla recente European wine blogger conference, per la prima volta in Italia, che ha raccolto a Brescia quasi 250 blogger di tutto il mondo, di cui “solo” una ventina italiani. I blogger più accaniti, va detto subito, sono i nordeuropei e gli anglosassoni. I loro blog sono molto seguiti. Come quello dello svedese Magnus Ericsson (magnusericsson.wordpress.com) o dell’inglese Robert McIntosh (thirstforwine.com) o della francese Anne Victoire Monrozier (missvickywine.com), tutti presenti a Brescia. In Italia il fenomeno è più sfumato: esistono alcuni blog, molti nascono e muoiono, la loro esistenza non è però così florida come all’estero. Le cause? Spiega una blogger nazionale: “In Italia, come nei paesi mediterranei, la cultura del vino è radicata, fa parte della quotidianità ed è meno impellente il bisogno di parlarne. Diverso è all’estero, dove la cultura del vino è più recente e raccoglie tanti entusiasti”.
Non sono minori le incertezze sul fronte opposto, quello dei produttori. Una premessa: il mondo del vino, che ha fatto già un bel balzo comunicativo nell’ultimo decennio, è però molto indietro nel rapportarsi con gli appassionati e, soprattutto, con i clienti e gli importatori. Pochi dati su tutti: in Italia, su circa 38 mila vignaioli, solo la metà ha un sito internet, qualche centinaio è collegato a Facebook o a Twitter e 50-70 hanno creato un blog; ma solo una decina lo mantiene in vita. Perché gestire un blog non è facile, richiede tempo (almeno una persona dedicata full time), fantasia, capacità di suscitare interesse nei lettori con argomenti stimolanti. Si deve essere portati. Come Lucia Barzanò, contitolare della casa franciacortina Il Mosnel e convinta sostenitrice dei blog: “Sono la comunicazione del futuro”, afferma, anche se ammette che Facebook o Twitter sono più immediati. Dice Elisabetta Tosi, giornalista, esperta in newmedia, consulente e blogger:
“I produttori investono in cantina e in vigna. La rete è immateriale e non ne quantifichi facilmente i risultati. C’è ancora scetticismo per questo mezzo”. Per il franciacortino Riccardo Ricci Curbastro, in questi anni, il mondo produttivo ha già fatto passi in avanti. Ulteriori progressi arriveranno, ma con prudenza, a mano a mano che i figli sostituiranno i padri in azienda. “Oggi, poi”, aggiunge, “è importante capire in quale direzione va la comunicazione sul blog. Serve un’attenta riflessione”. Il mondo del vino, se da un lato sta alla finestra, dall’altro è incuriosito da questi nuovi media.
Non è un caso che la European wine blogger conference abbia avuto l’appoggio solidale del Consorzio del Franciacorta e del vicino Consorzio del Soave. Così come il 18 novembre è previsto a Castiglione Falletto (Cn) l’incontro “Il vino è social”, dedicato alle nuove strade offerte dal web. Insomma, i produttori annusano l’aria, in cerca di piste nuove da battere. Ma con circospezione, come insegna la secolare cultura contadina.


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