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Italia Oggi

I Bordeaux iconici rendono più di Apple ... Da sempre il gioco più profittevole, ma anche quello più difficile da realizzare, dell’economia di mercato è quello di trovare una quota di mercato, nicchia più o meno grande, da monopolizzare. Solo così il capitale può godersi, almeno per qualche anno, i privilegi della rendita garantiti dalla mancanza di concorrenza: quindi profittabilità a doppia cifra abbondante. Nella tecnologia significa dar vita ad uno standard come ha saputo fare Microsoft con il suo margine operativo lordo, Ebitda, del 50% annuo o come oggi sta facendo Apple, unica società al mondo senza un dollaro di debito e con 76 miliardi di dollari di liquidità a disposizione in tesoreria. Nel vino la rendita monopolistica è meno facile da acquisire con l’innovazione, ma profittevoli spazi di manovra esistono anche nell’enologia. Un business a cavallo tra il lusso, l’immobiliare ed il mercato del consumo di massa. Per convincersene è sufficiente analizzare la redditività dei due principali chateaux bordolesi. Nel 2010 lo Chateau Lafitte Rotschild ha generato 70 milioni di euro di utile netto su 80 di fatturato, vale a dire un margine distribuibile agli azionisti dell’85%. Meno bene è andata a Chateau Latour: nell’ultimo esercizio la redditività netta è stata del 78%. Sono gli effetti della globalizzazione che avanza su l’offerta di un bene scarso e contingentato. Sempre più consumatori affluenti sparsi nel mondo sono disponibili ad acquistarlo e così, prezzi delle bottiglie e margini dei produttori vanno alle stelle, perché ogni incremento di 10 dollari nel prezzo finale si trasforma quasi al 100% in margine lordo industriale. Forse è il monopolio più profittevole: al crescere del reddito mondiale cresce anche la domanda del vino iconico ma non la sua offerta. Fino ad un nuovo prezzo di equilibrio che però tutti ad oggi ignorano.
Anche perché i prezzi continuano a salire. Dal 2005, in media, i prezzi di queste bottiglie sono raddoppiati, un fenomeno che peraltro sembra prescindere dall’andamento dell’ultima annata. Il 2009, ad esempio, è stato un anno eccezionale per i critici, tanto che in media i prezzi dei Bordeaux sono saliti del 50%, ma anche i valori dell’annata 2010, definita addirittura come mirabilis, sono già in crescita a doppia cifra rispetto ai prezzi dell’anno precedente. Le etichette del Bordeaux non sembrano conoscere crisi anche perché la rivalutazione si è registrata nel ciclo meno favorevole dell’economia da molti decenni a questa parte.- Ma perché le bottiglie selezionate di Bordeaux si stanno rivalutando così tanto? Le spiegazioni possibili sono varie. Innanzi tutto la crescente do- manda dei consumatori delle economie emergenti. La Cina è ora il principale mercato al mondo di esportazione dei vini di Bordeaux che vendono molto bene anche in Russia. Con una offerta limitata, come nel caso di queste etichette francesi, l’aumento della domanda globale si traduce inevitabilmente in una crescita dei prezzi. Poi c’è il fattore investimento alternativo. L’impatto della domanda globale è state determinante su un bene scarso come il Bordeaux. Un conto è rivendere una bottiglia pregiata sulla sola piazza di Londra, altra storia quando si può approfittare anche delle piazze di Hong Kong, Mosca, Shanghai e così via. Infine sull’andamento al rialzo dei prezzi medi dei Bordeaux selezionati impatta anche la crescita di questa nuova classe mondiale di consumatori patrimonializzati e benestanti con una capacità di spesa molto originale. Questi nuovi ricchi sono molto disponibili a consumare, anche per ragioni di status, prodotti esclusivi quali le bottiglie bordolesi e così facendo impattano non marginalmente sull’andamento dei loro prezzi. Ovviamente le bottiglie bordolesi non potranno continuare a rivalutarsi a questa velocità anno dopo anno per sempre, ma per il momento i produttori francesi si possono godere un più che raddoppio dei prezzi cli vendita in poco più di un lustro. Un impatto non da poco sulla redditività delle imprese vinicole
di Bordeaux.


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