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Italia Oggi

L’impronta d’acqua ... 120 litri per fare un bicchiere di vino ... Cosi Dnv Business fa i conti sulla sostenibilità del settore ... Molto si parla di cara bon foot print. Ma da
qualche tempo ha preso campo anche l’impronta dell’acqua. Ovvero quanta acqua si
- consuma per produrre un dato prodotto alimentare. E così si scopre che per arrivare a un bicchiere divino sono necessari 120 litri cli acqua. Sono i conti che ha fatto Dnv Business Assurance, società di certificazione specializzata nel food&beverage, che con i propri clienti è alle prese con la responsabilità sociale di un’azienda, un valore sempre più richiesto dai consumatori. “La responsabilità aziendale è al primo posto, con il 42,2%, dei valori positivi per i consumatori, prima ancora della sicurezza alimentare che è al 40,6%”, commenta Marco Omodei Salè responsabile di Dnv Business Assurance. Dunque la sostenibilità diventa l’elemento chiave per il successo commerciale, come elemento da perseguire e da comunicare. E sapere quanto acqua viene utilizzata nella realizzazione di un prodotto, per abbattere poi i consumi, rendere il processo più efficace, è la sfida dei prossimi anni. “Sono tre i “tipi” di acqua nel calcolo dell’impronta cli un prodotto lungo tutta la filiera produttiva”, continua Omodei Salè. “Quella “verde”, del cielo, quanta pioggia viene utilizzata dalle produzioni agricole o quelle forestali durante il ciclo produttivo. Questa è particolarmente rilevante sia per la quantità connessa alla evaporazione e traspirazione, dal campo e dalle piante, oltre a quella assorbita nel prodotto raccolto”. Poi c’è “l’acqua “blu”, ovvero quanta acqua prelevata dal sottosuolo o dai fiumi per la produzione. E quella grigia, ovvero l’acqua inquinata rilasciata nell’ambiente alla line del processo per ottenere un particolare prodotto”. Sapere quanto acqua viene consumata per una produzione agricola è importante come valore sociale
e “lavoriamo con i nostri clienti per garantire le prestazioni dei loro prodotti, dei
processi e della stessa azienda attraverso certificazioni, valutazioni e formazione”. Quel. lo dell’acqua è la sfida più urgente da risolvere sia per la scarsità della risorsa, sia perché sempre più inquinata. Da qui “la necessità di valutare i processi di produzione e lavorazione anche in
di consumo di acqua per arrivare a ottimizzare la filiera e controllare i costi”.

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