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Italia Oggi

L’Oltrepò del futuro ... La strategia del nuovo direttore del Consorzio di tutela… Marenghi: export e comunicazione... L’insediamento ufficiale sulla poltrona di direttore del Consorzio di tutela dei vini dell’Oltrepò pavese avverrà nei primi giorni di gennaio 2012. Ma già da tempo Matteo Marenghi sta studiando la complessa realtà vitivinicola della zona, la più grande cli tutta la Lombardia, con i suoi 107 mila ettari, che producono il 75% del vino regionale. Un incarico non privo di difficoltà, il suo. Innanzitutto c’è l’eredità di Carlo Alberto Panont, che ha guidato il Consorzio per sette anni, ha portato l’Oltrepò a ottenere la docg per lo spumante rosato Cruasé e ora è direttore del Centro di ricerca “Riccagioia” di Torrazza Coste, gioiello dell’enologia regionale e membro del Comitato scientifico dell’Ersaf, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste della regione Lombardia. Poi occorre proseguire nel non facile compito di canalizzare le tante spinte produttive della zona e nell’ulteriore miglioramento della qualità. Ma non solo. Marenghi, un background cli agronomo e giornalista alle spalle, non ha dubbi. “Bisognerà puntare di più sulla comunicazione”, dice a ItaliaOggi. “La qualità dei vini oltrepadani è alta, ma non è ben comunicata. Fino a ora”, continua, “i produttori si sono lamentati che sulla stampa non si parlava di loro e del territorio. Il problema è che non si facevano nascere le notizie. Farò in modo che le notizie nascano e allora l’Oltrepò avrà il giusto spazio sulla stampa. Un altro problema è la scarsa internazionalizzazione delle imprese oltrepadane. Il Consorzio si impegna a colmare questo gap e a sprovincializzare una radicata mentalità che punta a vendere il prodotto in un aerale limitato, ma sicuro. Conildo che le aziende leader facciano da traino alle altre, in quest’ambito”“. Infine, c’è il problema della troppa diversificazione di prodotto: “il consorzio lavorerà affinché si punti su 3-4 prodotti, su cui focalizzare gli sforzi produttivi e di comunicazione. Se il Cruasé e gli spumanti docg restano prodotto di punta da comunicare, andranno valorizzati vitigni come Pinot, Croatina, Barbera”.

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