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Italia Oggi

Alle rese dei conti … Marchesini presidente in Valpolicella… Pedron lascia il consorzio. Farà l’ad di Tenimenti Angelini… Passaggio del testimone in Valpolicella. Sarà Christian Marchesini a guidare il Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella dopo che Emilio Pedron, a poco più di un anno dalla sua nomina (ma già presidente tra il 2002 e il 2008), ha rassegnato le dimissioni. Presidente della casa vinicola Bertam passata nelle mani di Tenimenti Angelini, Pedron lascia l’incarico per diventare ad della stessa Tenimenti Angelini, la società vitivinicola del Gruppo farmaceutico Angelini. Territorio, dialogo e promozione delle denominazioni saranno al centro del mandato del più giovane presidente della storia del Consorzio. Che venendo dal territorio cercherà di sfruttare la sua posizione neutrale per coniugare gli interessi di tutti i produttori per il bene del Consorzio. A cominciare dal cda. “A livello organizzativo voglio attuare” ha spiegato Marchesini a Italia Oggi “la costituzione di commissioni all’interno del consiglio di amministrazione. Voglio che affrontino in prima battuta questioni e progetti da sottoporre successivamente già pronti alla valutazione di tutti, ma anche all’istituzione cli comitati consultivi dove non escludo la partecipazione di esperti esterni al Consorzio”. Marchesini punta, poi, sul dialogo per portare ad unità le diverse posizioni delle aziende associate. “L’indirizzo che voglio dare al Consorzio è cerca re il dialogo con il territorio per tutte le scelte future. Ci sono in ballo questioni come la riduzione delle rese e il rinnovo del blocco degli impianti, ma non porterò avanti nessuna posizione. La discussione sarà aperta a qualsiasi forma di proposta e quello che faro è cercare la condivisione del territorio. Esistono delle posizioni oltranziste, si pensa più al proprio orticello”, ha proseguito, “speriamo di riuscire a mitigarle e di far capire a tutti che quello che conta è il bene del Consorzio. Sfrutterò i vantaggi della mia figura neutra per battermi per il bene della denominazione”. L’internazionalizzazione, infine, resta una priorità, ma cambierà il modo di fare promozione. “Troveremo delle soluzioni innovative ma diverse da come si è fatta la promozione fino ad ora. Punteremo su tutela e promozione del marchio collettivo, dei vini a denominazione. Non porteremo più le singole aziende in giro per il mondo ma il nostro marchio. La priorità è l’internazionalizzazione della denominazione”. Raggiunto da Italia Oggi, Pedron ha spiegato così il suo repentino addio: “E utile che il Consorzio sia guidato da un produttore di uve. Ci sono discussioni accese sul futuro dell’Amarone. Un produttore puro, di uva, non può essere accusato di partigianeria>. In ballo come detto c’è la questione delle rese: “Quella è una faccenda molto dialettica, nessuno vuole perdere i guadagni”, dice Pedron. “Oggi l’Amarone va bene, si vende, quindi deve andare avanti la discussione su come far proseguire il successo, una discussione che deve coinvolgere tutti, cooperative, aziende, famiglie”, continua. “Quando ci sono troppi soldi in giro nessuno vuole rinunciare a niente, non vuole perdere privilegi”, chiosa.

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