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Italia Oggi

Se ne va il migliore ... Addio Biondi Santi, re del Brunello ... Se ne andato il giorno di apertura del Vinitaly, quasi il destino avesse scelto quella data e quella scenografia proprio per far sapere a tutto il mondo del vino riunito a Verona che Franco Biondi Santi si era spento. Aveva 91 anni ed è stato fino alla fine un uomo rispettoso delle persone, uno che non si era mai lasciato sopraffare dal successo del suo Brunello, ritenuto il migliore. “Era un vero gentiluomo di campagna, un gran signore”, ricorda Fabrizio Bindocci attuale presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, che ieri ha lasciato il Vinitaly per prendere parte ai funerali che si sono svolti ieri. “Ho avuto modo di conoscerlo fin .da quando ero giovane, era rimasto semplice nel modo di porsi, nell’approccio con le persone”. Il Brunello della tenuta Il Greppo e Franco Biondi Santi hanno senza dubbio fatto la storia del vino ilcinese. “È stato un riferimento per tutta Montalcino, ha lavorato per la sua azienda ma anche per la denominazione. È stato un portabandiera. “A lui dobbiamo molto e siamo sicuri che il suo esempio e la sua bravura saranno portati avanti da coloro che gli succederanno alla guida dell’azienda. Auspichiamo che gli eredi continuino nel solco che Franco ha tracciato”. Franco Biondi Santi entra nell’azienda di famiglia, tenuta Il Greppo, negli anni Settanta dopo la laurea in Agraria. Una azienda tramandata di padre in figlio dalla fine dell’Ottocento e che ha legato il nome della famiglia a quella di un vino. Nel 1934 il nonno Ferruccio Biondi Santi era stato riconosciuto dal ministero come “l’inventore del Brunello”. Nel 1994 Decanter assegna 10/10 (la perfezione) al 1891, vino che allora aveva 103 anni. Nel 1999 Wine Spectator annovera la Riserva 1955, tra l’altro esposta proprio in questa edizione del Vinitaly nello stand di un collezionista, tra i “migliori 12 vini prodotti al mondo nel XX secolo” e valutata oggi 5mila euro. Biondi Santi si è battuto da sempre per mantenere l’ortodossia del “suo” vino, per continuare nella tradizione e per mantenere inalterata la “ricetta” di un successo mondiale. Come nel 2005 quando, dopo essere rientrato nel Consorzio, fece approvare una mozione per la difesa del disciplinare di produzione. La tradizione ha caratterizzato da sempre il Brunello Biondi Santi, tanto da fargli rifiutare la barrique per l’invecchiamento e continuare a usare le botti acquistate dal nonno.

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