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Italia Oggi

Il vino cinese ha messo il turbo ... Cresce la qualità e i ricchi comprano bottiglie pregiate ... Lo si è toccato con mano al Salone dell’alimentazione svoltosi con successo a Shanghai ... Il vino cinese sta emergendo sempre più a livello internazionale. Al recente Salone dell’alimentazione, svoltosi a Shanghai, si è toccato con mano il salto di qualità fatto da molti produttori. E i consumatori hanno mostrato di gradire: molti stand sono stati presi di mira, la partecipazione alle conferenze è stata buona, è emersa la competenza di operatori professionali e appassionati di enologia. Gli espositori sono stati 2.200 e i visitatori oltre 45 mila. Tutto questo non è un caso, sottolinea Valèrie Lobry, direttore della manifestazione, perché Shanghai si trova nel mezzo di un bacino di 500 milioni di abitanti che hanno un buon potere d’acquisto: un numero superiore a quello dell’intera Europa. Le vetrine destinate ai potenziali acquirenti e agli addetti ai lavori si moltiplicano. L’ultima nata si chiama The Wine Gallery. La struttura è distribuita su più piani: oltre al classico spazio di vendita, ben fornito in modo da coprire i migliori cru del pianeta, vi sono cantine e magazzini di varia superficie che accolgono le bottiglie. Almeno cinque piani sono invece dedicati a ristoranti, sale per tenere corsi di degustazione ed eventi. Stesso discorso per Roosevelt: cinque piani con altrettanti ristoranti e una gigantesca cantina, che ospita i principali produttori mondiali e cerca di non far mancare nulla anche ai palati più raffinati. Ad affacciarsi all’universo del vino sono giovani medici, informatici di talento, imprenditori e dirigenti trentenni e quarantenni con una solida posizione finanziaria e desiderosi di imparare a consumare bene. Sul versante produttivo, a essere particolarmente apprezzati sono i vini francesi, ma anche in Cina si stanno organizzando. Negli ultimi due anni molte cose sono cambiate: i vini sono migliorati in finezza e regolarità, anche se rimangono zone d’ombra. Il governo di Pechino ha deciso di intervenire per far sì che le bottiglie pregiate non nascondano brutte sorprese: sono stati istituti controlli stretti sulla loro provenienza. Perdere la faccia davanti agli esperti di tutto il mondo, in questo momento, potrebbe risultare fatale. L’area produttiva più interessante è quella di Shandong, nel nordest della Cina. Qui i venti sono deboli e le precipitazioni superano a malapena i 600 millimetri all’anno. Una recente degustazione alla cieca, organizzata da una rivista specializzata locale, ha evidenziato il raggiungimento di una buona qualità dei vini. Ma a fare la differenza è la velocità con la quale si può crescere. Come spiega il francese Dominique Auzias, proprietario di Château Auzias nei pressi di Carcassonne e artefice, in tandem con il petroliere cinese Wu Feng, di un cabernet della casa Château Reifeng-Auzias, ci sono voluti cinque anni per trovare il terreno adatto dopo aver esplorato quasi per intero il paese asiatico. Nel 2002, in una sola settimana di tempo, erano stati piantati 25 ettari di vigne: una cosa impensabile in Francia.

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